Recensioni su Amazon: potevamo non parlarne?
L’argomento che più spesso viene trattato in questi giorni è la questione delle recensioni, soprattutto quelle che escono su Amazon, dal momento che questa è la piattaforma online più utilizzata per verificare l’effettiva notorietà di un libro. Molto si potrebbe obiettare a proposito della reale importanza che riveste Amazon ma, che ci piaccia o meno, tutti prima o poi vanno a verificare la posizione di un testo nella classifica, a leggere le recensione dei clienti, a curiosare su come si è piazzato un dato libro. D’altra parte, è ormai risaputo che la maggior parte dei talent scout, delle più note agenzie letterarie e quelli che cercano nuovi autori per le CE più rinomate, vanno a pescare i possibili futuri clienti proprio in questo bacino, controllando l’andamento di vendita, i piazzamenti e i commenti lasciati dai lettori. Quindi, anche se la cosa ci fa storcere il naso, non possiamo far finta di niente e proseguire per la nostra strada senza prendere in considerazione questo mezzo di diffusione. Perché di questo stiamo parlando. Di uno strumento che, nel bene e nel male, crea aspettative, promuove gli autori, diffonde le pubblicazioni e porta notorietà a chi si sa muovere in rete. Dunque, le “recensioni” hanno il loro peso. Tuttavia è bene chiarire un punto: quelle su Amazon NON sono recensioni, sono commenti di lettori (o presunti tali). Non confondiamo un lavoro professionale con un’azione amatoriale, lasciata in mano a chiunque. Impariamo a chiamarle con il loro nome e a dare loro il giusto valore. Nello splendido articolo di Davide Mana (potete leggerlo QUI) è sottolineato il fatto che i pareri lasciati su Amazon servono ad altri lettori, non certo all’autore, se non come riscontro di quanto possa essere piaciuto il proprio testo, punto che diventa relativo se si presuppone il fatto che non può piacere a tutti e quindi, in giusta misura, si avranno riscontri positivi e negativi. Dunque, non facciamone un dramma. Un lettore attento sa bene come interpretare le famose stelline e sa anche riconoscere i pareri falsi da quelli veri, facendo comunque una media dei commenti presenti. È anche vero che un lettore attento non si soffermerà sulle parole spese da altri suoi simili ma, se proprio intenzionato ad acquistare un determinato libro, quanto dicono gli altri non avrà alcun valore e il testo verrà comunque preso, a dispetto di quante volte sia stato scritto nei commenti che “fa schifo” oppure “bellissimo, da comprare”. Un esempio è costituito da 50 sfumature di grigio (e torniamo sempre lì), su 641 recensioni, ben 300 sono negative e 248 positive, le restanti 93 sono nella fascia della via di mezzo. Ebbene, pensate che i 300 commenti negativi abbiamo fermato la vendita di tale libro?
Se dite di sì non ci crede nessuno.