
La scuola italiana diventa sempre più affollata e, ufficialmente da oggi, anche multietnica. A certificare tale dato è stato lo stesso Ministero dell’Istruzione il quale, in un comunicato emesso in occasione dell’emanazione delle nuove linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri, prende ufficialmente atto del
nuovo record di presenza straniera all’interno delle aule italiane: parliamo di circa
830 mila studenti.
Nella nota del Ministero leggiamo: ”
Il numero di alunni con cittadinanza non italiana nelle nostre scuole è passato infatti dai 430mila del 2006 (anno di emanazione delle ultime Linee guida) agli 830mila di oggi” e ancora “
la loro distribuzione si è progressivamente spostata dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo e secondo grado“.
Parliamo di dati sicuramente significativi, ancor di più se letti alla luce del fatto che la metà degli alunni censiti come stranieri sono

in realtà
nati e cresciuti nel Bel Paese: una folla di ragazzi e ragazze che parla il dialetto dei propri compagni italiani, si veste come loro e condivide i loro stessi interessi. Ovviamente è sempre molto difficile parlare di integrazione e cittadinanza, tuttavia una domanda sorge quasi spontanea: non sarebbe forse il caso di
riconsiderare i termini di quel tanto discusso Jus Soli, da intendere non come “cittadinanza per tutti” ma come valido strumento per superare determinati problemi di integrazione? Per il momento possiamo solo prendere atto di tale dato e rassegnarci, ancora una volta, al fatto di non avere tra le mani gli strumenti necessari per poterlo trasformare in
ricchezza economica, culturale e sociale.