In base alle ultime statistiche fornite dall’Agenzia Europea dell’ambiente (EEA), ogni cittadino europeo produce in media 500 chili di rifiuti urbani all’anno. Sebbene con notevoli differenze fra i vari Paesi, una buona parte di questo “tesoro” finisce tuttora in discarica. Una differente gestione dei rifiuti, consentirebbe infatti alle varie nazioni di risparmiare quattrini, incrementare il fatturato delsettore e produrre preziosi posti di lavoro.L’Unione Europea si e’ posta come obiettivo quello di riciclare almeno il 50% dei rifiuti urbani entro il 2020.
Oggi, a meno di sette anni da quel termine, a che punto siamo?
In base agli ultimi dati disponibili, relativi all’anno 2010, nel continente europeo ci sono cinque Paesi che tale obiettivo l’hanno gia’ raggiunto: Austria (63%), Germania (62%), Belgio (58%), Paesi Bassi (51%) e Svizzera (51%). Vi sono pero’ Paesi che non raggiungono nemmeno il 10% (Bulgaria e Romania).
Ne’ l’Italia ne’ la Scozia hanno al momento raggiunto il target stabilito dall’UE. Per quanto possa essere considerato raggiungibile da entrambe, sia Italia sia Scozia presentano notevoli differenze a livello regionale. Nel 2010 il riciclo complessivo del Veneto (59%) era di gran lunga superiore rispetto a quello della Sicilia (9%). In Scozia, nel secondo trimestre 2011 la citta’ di Glasgow e la regione dell’East Renfrewshire facevano registrare risultati ben diversi fra loro (Glasgow 27%, East Renfrewshire 59% - dati: SEPA). Particolare ancora piu’ curioso in questo caso, visto che le due regioni sono confinanti fra loro.Contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati dalla UE, migliorando di conseguenza l’ambiente nel quale viviamo, e’ piuttosto facile. Ai cittadini viene infatti richiesto di seguire le indicazioni fornite dai comuni nei quali si risiede, limitare (o evitare) l’acquisto di prodotti esageratamente confezionati o che utilizzano materiali inquinanti e non riciclabili.