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Red Dead Redemption

Da Xab @Xabaras89
Red Dead Redemption Il capolavoro assoluto di Rockstar Games ?
Questa di per se non è una recensione, è più un'analisi celebrativa di un gioco che ha sbaragliato tutte le (altissime!) aspettative che avevo nei suoi confronti, al punto dal farsi beffe del mio spirito incontentabile:
  • che belli i tavoli da poker, sarebbe stato figo se ci fosse stato modo di giocar....oddio, si può!
  • ci sono dei cavalli allo stato brado! Magari si potessero domar....!!!
  • è tutto fantastico, peccato che non si possa avere un ranch tutto per...oh, aspetta! 
E tante altre cose, che però in genere scadono troppo nello spoiler e quindi eviterò di citare

Grand Theft Auto, Free Roaming, anni 2000

Correva l'anno 2001 quando, in barba a tutte le leggi e PEGI, scroccavo la PS2 con relativo GTA3 subendo poi le dovute astinenze quanto un tossicodipendente, tentando (con scarso successo) di sublimarle con i primi Grand Theft Auto di scuola PlayStation (con la da me odiatissima visuale a volo di stocazz...ehm, d'uccello) e sopratutto con il mitico Driver

GTA3

Parlando di giochi che
sconvolgono TUTTO....

Di acqua sotto i ponti ne è trascorsa in questa decade, e in particolar modo nel settore videoludico concetti quali free roaming e sandbox sono stati definitivamente sdoganati (con successi alterni) trainati dall'imperiosa voce della Rockstar Games (e - prevalentemente sul solo fronte PC - dalla Bethesda Softworks, ma questa è un'altra storia)
Attraverso le meraviglie di Vice City e San Andreas, passando poi al next del quarto capitolo, Grand Theft Auto ha saputo creare uno stile di gioco variegato e profondo, con l'unico "limite" dettato dall'inevitabile retorica in cui l'ambientazione rischia spesso di (s)cadere (va detto però che la Rockstar è sempre stata molto brava a risultare sufficientemente originale, pur utilizzando di volta in volta la stessa cornice)
Red Dead Redemption

Wild, and Forgotten

Parallelamente possiamo osservare come, per qualche ragione, i videogiochi a tema western siano sempre stati fondamentalmente pochi, specie considerando quanto il genere possa prestarsi bene al settore
A titolo d'esempio i soli nomi che mi balzano alla memoria, parlando dei tempi recenti, sono Call of Juarez e, sopratutto, Gun, che assieme al diretto parente Red Dead Revolver potremmo definire come il precursore di Redemption sotto moltissimi aspetti

Il Gameplay: 

Il più grande simulatore del Selvaggio West

John Marston
Difficile sintetizzare in poche righe quante possibilità offre Redemption sul piano del gioco giocato, una struttura che garantisce un'esperienza tanto ricca e completa da potersi paragonare ad uno Skyrim o un Fallout 3 (ambedue non a caso RPG) piuttosto che al vostro classico GTA: in questo incide molto anche il sistema karmatico di Onore/Disonore che, pur non influenzando lo svolgimento della trama del gioco, cambia in modo abbastanza radicale l'approccio che si ha con lo stesso
Basti osservare come poi sottogiochi e sidequest risultino tanto curati da non sfigurare se confrontati ad eventuali concorrenti stand-alone (si va dallo spirito alla Monster Hunter al classcio Black Jack, passando per qualche chicca che potrebbe metterci voglia di rispolverare Harvest Moon (!) )
Ma la base, il cuore e la forza per tenere in piedi tanto ben di dio sta nel suo palcoscenico fatto d'ambienti poeticamente evocativi pur nel loro essere enormi (si parla di un mondo di gioco più esteso di quello del buon vecchio San Andreas, contemplando due interi stati (fittizzi) USA e una bella fetta di Messico), tanto che spesso farsi un giro a cavallo per le praterie godendosi un tramonto da quasi l'impressione di muoversi in un dipinto
Red Dead Redemption screen

E il bello è che in Red Dead Redemption non esistono dei veri punti morti (escludendo tutti i poveri cristi che finiscono per cagare piombo, s'intende): è raro farsi un giretto senza incorrere in qualche evento casuale che richiederà la nostra attenzione, e il bello è che sono sorprendentemente variegati nonostante la loro assidua frequenza

La Storia:

Pathos, epicità, malinconia, per quella che probabilmente è la miglior sceneggiatura Rockstar

John Marston NON è il vostro tipico antieroe Rockstar
O meglio, da quel che si evince un tempo forse lo è stato, se ne è tremendamente pentito e ora ne paga le conseguenze.
La trama di RDR non è certo una miniera d'originalità e colpi di scena se confrontata al cinema che lo ha palesemnte ispirato: è infatti uno script (o meglio un insieme di script) che, nella migliore tradizione Rockstar, attinge a piene mani dalle varie colonne portanti del genere (dal meglio di Sergio Leone passando per il capolavoro Butch Cassidy )
Luisa Fortuna

Si tratta comunque di una storia volutamente classica, legata a doppio filo con quello che con ogni probabilità risulta il protagonista più umano, intenso e caratterizzato che la Rockstar abbia mai realizzato: un eroe nostalgico che si staglia al tramonto del suo universo, la fine forzata di un'era tramite un progresso ipocritamente imposto come civiltà, che è uno degli altri punti focali del tessuto narrativo di Redemption

In definitiva

Si parte sempre dal solito discorso: se uno ama l'ambientazione western non può non amare Red Dead Redemption, ma se invece odia tutto ciò che sa anche solo lievemente di cowboy, sceriffi e fuorilegge allora il gioco gli è inevitabilmente precluso
E questo, bene inteso, è l'unico caso in cui posso comprendere la mancanza di entusiasmo per il titolo: per tutti gli altri non credo esistano giustificazioni che tengano, e se ci sono ME NE INFISCHIO!
Un po' perché per me un videogioco simile è uno di quei sogni d'infanzia che diventano realtà, e un po' perché si parla di uno dei prodotti nextgen più curati e meglio realizzati in assoluto, tanto da costringermi a doverlo mettere anche al di sopra di quel capolavoro che risponde al nome di Batman: Arkham City nella mia vecchia classifichella


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