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I.etologia redneck
è l’osservazione incisiva e essenziale della deriva umana celata dietro il plastico candore delle macchine scintillanti e i negozi alla moda. è la registrazione su pellicola di un malessere che abbraccia tutti i risvolti dell’esistenza, e si scaglia- gelido, viscido, acuminato- addosso ai corpi intorpiditi dei protagonisti: Nate, Erica e Franki, ciascuno perso dietro a traumi e guai contingenti e ognuno incapace di venirne a capo. forse solo Nate, con la freddezza e l’esperienza guadagnata in Iraq, troverà la via per esaurire la sua scorta di frustrazione e ricominciare- svuotato- una nuova vita, a Tallahasse. ma la direzione da lui imboccata è terribilmente violenta, brutale, perversa, sadica, eppure struggente, forse anche romantica.
II. oscurità, tra stelle e strisce
deriva psicologica, dicevamo. non ci sono punti di riferimento, solo una sofferenza ingerita a piccole dosi, inghiottita e mandata giù in fondo, giusto quel tanto per tirare avanti, almeno fino a fine giornata. quando poi possiamo andarcene (con Erica) a sbronzarci in qualche locale e vederla (sempre Erica) finire nel letto del primo che passa, di solito il primo che le rivolge la parola. per poi pentircene la mattina dopo, cercando di lavare via lo sporco lasciato dall’inconsistenza, dall’insormontabilità, dall’impossibilità di stabilire un contatto vero col prossimo. tentare di vivere una vita normale non è nelle corde dell’esistenza che i protagonisti si sono scelti: le disgrazie sono parte della vita quotidiana (la mamma di Franki), le lacune affettive pure (ancora Erica). come topi nella gabbia del serpente, loro non sanno che è iniziato l’ultimo capitolo della loro storia, non se ne accorgono, non si rendono conto che è arrivata la fine. se vi foste mai chiesti com’è vivere nella periferia più sperduta della potenza economica più sfavillante del globo, dovreste mettere su questo film e iniziare a pensare.
un grazie enorme a Eraserhead senza il quale non ci sarebbe questo post.
titolo originale: Red White & Blueun film di Simon Rumley2010
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