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[Referendum 6 maggio] Anche l’UPI chiede la riduzione del numero delle Province. Così come la BCE.

Creato il 03 maggio 2012 da Subarralliccu @subarralliccu

[Referendum 6 maggio] Anche l’UPI chiede la riduzione del numero delle Province. Così come la BCE.

Il 6 maggio 2012 in tutta la Sardegna si voterà, tra gli altri, sull’abolizione delle nuove Province (Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra e Olbia-Tempio – quattro referendum abrogativi) e sull’abolizione delle nuove (un referendum consultivo).

Il dossier dell’UPI

In questo periodo è un susseguirsi di cifre sulle Province. Viene citato spesso un documento dell’UPI (Unione Province Italiane) sui costi di tali Enti, intitolato ”LE PROVINCE ALLO SPECCHIO. I BILANCI, LE CIFRE, LE FUNZIONI, I COSTI“. Quel che a volte non si dice è che l’UPI (Unione Province Italiane), quindi l’Associazione che rappresenta tutte le Province italiane, concorda almeno con la necessità di ridurre il numero delle Province esistenti!

L’UPI si esprime in questo modo:

[Referendum 6 maggio] Anche l’UPI chiede la riduzione del numero delle Province. Così come la BCE.

Negli ultimi 20 anni, sotto una pressante spinta del Parlamento e delle lobby locali, contro il parere delle Province stesse e dell’Upi che si è sempre fermamente opposta, il numero delle Province è cresciuto considerevolmente. Dalle circa 70 del secondo dopoguerra si è arrivati alle attuali 107. Una delle prerogative indispensabili perché le Province esercitino al meglio il proprio ruolo di governo di area vasta è che le dimensioni (territoriali, in termini di numero di abitanti, per variabili socio–economiche) siano ottimali.

Insomma, l’Unione Province Italiane è ed è stata contraria all’aumento delle nuove Province negli ultimi vent’anni e che nei documenti proposti rimarca esplicitamente la necessità di ridurne il numero.

No all’Italia senza le Province?Modifiche al documento dell’UPI da parte del Consiglio del Medio Campidano

L’UPI (Unione Province Italiane) qualche mese fa aveva invitato tutti i Consigli Provinciali a convocarsi per il 31 gennaio 2012 al fine di approvare un odg intitolato “No all’Italia senza le Province”.

L’ordine del giorno recava, tra le altre cose, le proposte dell’UPI per razionalizzare il sistema, di cui si è detto poc’anzi.

[Referendum 6 maggio] Anche l’UPI chiede la riduzione del numero delle Province. Così come la BCE.

Nel Medio Campidano il Consiglio è stato convocato a Villacidro nel giorno prefissato in seduta aperta (era quindi possibile intervenire) e ha visto gli interventi del Presidente, di alcuni assessori e di quasi tutti i consiglieri presenti più alcuni Sindaci del territorio (ad esempio Samassi, Sanluri) e rappresentanti sindacali, tutti a difesa più che dell’Ente Provincia in generale, della Provincia del Medio Campidano in particolare.

Unica voce contraria, oltre alla mia, quella dell’ex Consigliere Provinciale Giorgio Zucca.

C’era però una contraddizione rispetto a quanto si stava dicendo: gli interventi fatti nel corso della seduta erano a difesa della Provincia del Medio Campidano ma si stava andando a votare un odg (quello predisposto dall’UPI) che chiedeva:

  • un “intervento immediato di razionalizzazione delle Province attraverso la riduzione del numero delle amministrazioni: la razionalizzazione dovrà essere effettuata in ambito regionale, con la previsione di accorpamenti tra Province”.
  • una “ridefinizione e razionalizzazione delle funzioni delle Province, in modo da lasciare in capo alle Province esclusivamente le funzioni di area vasta”.

Razionalizzazione, riduzione, accorpamenti: non so sela Provincia del Medio Campidano sarebbe rimasta in vigore, anzi, penso proprio di no.

Accortisi della contraddizione a cui si andava incontro, i Consiglieri del Medio Campidano hanno chiesto una sospensione per modificare l’odg e in particolare i due punti prima citati. Non più razionalizzazione delle Province ma razionalizzazione delle spese delle Province; non si chiede più di ridurre il numero delle amministrazioni né di accorpare le Province esistenti. Documento stravolto. Stavolta seguire l’UPI non conveniva.

Interviene anche la BCE

E’intervenuta intanto anche la Banca Centrale Europea che suggerisce, oltre alle liberalizzazioni, di accorpare il numero delle Province esistenti come “vera misura di taglio di costi della politica”. Come dice l’UPI, insomma. Che sia preferibile o no è un altro discorso.

Fonti:

Dossier UPI senza la parte sulle proposte

Dossier UPI con proposta di legge

Dossier UPI completo

Vicenda del Consiglio Provinciale del Medio Campidano del 31 gennaio 2012

Delibera Consiglio Provinciale del Medio Campidano

Ordine del giorno come emendato nel corso della seduta del 31 gennaio 2012


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