Si è appena concluso il Referendum sul finanziamento della scuola pubblica o privata a Bologna e una certa sinistra festeggia, ha vinto la A. Come è facile immaginare il Pd consigliava di votare B. Ma di cosa si tratta?
La giunta di Bologna, rossa dall’inizio dei tempi, deve decidere se rifinanziare le scuole private per sopperire alla carenza di posti nella scuola dell’infanzia. I cittadini bolognesi non riescono a trovare un posto (privato o pubblico) dover poter lasciare i propri figli mentre sono al lavoro.

Ma limitiamoci ai numeri. A Bologna un posto (pubblico) per bimbo costa alla città 6.000 euro circa per le strutture comunali e 7.000 per quelle statali. L’esborso del Comune per bimbo, tramite i finanziamenti, all’interno di una struttura privata costa, invece, 600 euro. L’ammontare complessivo del finanziamento pubblico alle strutture private è di circa 1.000.000 di Euro.
Quindi con 1.000.000 di euro investito nelle strutture private si otterrebbero circa 1.700 posti a fronte dei 166 in una struttura comunale e dei 142 in una struttura statale.
Cerchiamo di capire cosa siano queste strutture private. Sono enti di diritto privato, associazioni o fondazioni, che ottengono la qualifica di Ipab ( Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza). Secondo la legge 62/2000 (Berlinguer) devono garantire qualità, assenza di discriminazioni di ogni genere e riconoscere l’autonomia della proposta educativa secondo i principi costituzionali.
Come sappiamo per le scuole private è prevista una retta, i finanziamenti pubblici vengono erogati nell’ottica di abbassare le rette dei singoli, che vengono comunque calcolate rispetto al reddito. Spesso sono i genitori più abbienti a pagare le rette delle famiglie meno abbienti. Allo stesso modo le strutture statali e comunali richiedono una retta più o meno alta a seconda del reddito, per far fronte alle spese.
Con l’esito del referendum si decide di togliere il finanziamento al privato e di trasferirlo al pubblico.
Quindi?
Quindi c’è da festeggiare. Il Comune di Bologna ha speso 500.000 euro per un Referendum Consultivo, privo di efficacia abrogativa, allo scopo di intimare al Sindaco di finanziare la scuola pubblica e non quella privata, così da ottenre 166 posti pubblici in più, a fronte dei 1700 privati.
Le 1534 famiglie e i 1534 bimbi saranno felici di sapere che tutta questa follia ricade su di loro oggi, non potendo avere una struttura che li accolga, e domani avranno 500.000 euro di Referendum da pagare. Ma l’ideologia, non si capisce quale, ha vinto.
Cittadini sadomaso.
Editoriale di Edoardo Lombardo.
