I referendum, superato lo scoglio del quorum (oltre il 56%), hanno dato un verdetto nettissimo sulla volontà popolare: i sì alla abrogazione dei quattro quesiti su cui erano chiamati al voto gli italiani sono stati una valanga, toccando una media complessiva di oltre il 95%, con dati quasi definitivi.
Per acqua 1 (quello sulla privatizzazione) si raggiunge il 95,7 di sì a fronte di 4,3 'no'; per acqua 2 (sui profitti) 96,2% (contro il 3,8), mentre il nucleare si attesta a quota 94,6% sì (i no sono il 5,40). Per il legittimo impedimento i favorevoli alla abrogazione della norma sono il 95% a fronte di un 5% di contrari.
I dati definitivi sul quorum trasmessi dal Viminale indicano percentuali pressoché identiche per tutti e quattro i referendum: per i quesiti sull'acqua pubblica ha votato infatti il 57,02% mentre sull'energia nucleare i votanti sono stati il 56,99% e per il legittimo impedimento il 56,98%. Questi dati si riferiscono agli 8.092 comuni italiani senza la percentuale di affluenza alle urne relativa alle 1.279 sezioni per gli italiani residenti all'estero.
Mano a mano che ai dati già definitivi relativi ai comuni si aggiungono anche le comunicazioni sugli italiani che non risiedono nel nostro Paese, scende - seppur di pochi decimali - la percentuale dell'affluenza: il risultato parziale relativo a circa un sesto delle sezioni estere porta al momento l'affluenza alle urne a scendere dal 57% relativo alla sola Italia al 56,6% relativo a Italia più estero.
In ogni caso, anche se è prevedibile che il dato finale si situerà ancora al di sotto di questa percentuale, è comunque matematicamente scontato che si tratterà in ogni caso di una percentuale ben al di sopra della soglia del 50% più 1 necessaria per il raggiungimento del quorum sui 4 quesiti posti a referendum. L'ultimo che aveva superato il '50%+1' risaliva al 1995.
Entrando nel particolare dei dati, il quorum è stato superato in tutte le venti regioni italiane: il dato nazionale del 57% si articola infatti in percentuali di affluenza alle urne tutte comunque superiori alla metà degli elettori. Il dato più alto si è registrato in Trentino-Alto Adige con il 64,6% mentre il più basso si è avuto in Calabria con il 50,4.
Sul fronte delle città, sono otto le province italiane in cui non è stato raggiunto il quorum della metà più uno degli elettori per i quattro quesiti: sette si trovano al Sud e una sola al Nord. Il dato percentuale più basso di votanti si è registrato nella provincia di Crotone con il 45,1%. Seguono in ordine crescente Vibo Valentia con il 46,7%, Sondrio con il 48,6, Trapani con il 48,7, Reggio Calabria con il 49,3 e Catania e Caltanissetta con il 49,9%. Tutte città in cui il quorum è stato sfiorato ma non raggiunto.
Ed è Reggio Emilia la provincia dove gli elettori sono corsi in maggior numero alle urne facendo registrare il 68,5% di votanti. (fonte: adnkronos)