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Referendum sull’acqua bene comune: festa in piazza con boicottaggio mascherato al Maristella

Creato il 13 giugno 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

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Coincidenze, tutte coincidenze. Quale onesto contribuente o elettore coscienzioso potrebbe credere che la concomitanza tra la festa palpitante civico impegno e dettagliate informazioni di due anni di lotte contro il valore di legge dei referendum sia stata deliberatamente boicottata dalla festa danzante al Maristella?
Nessuno, è ovvio.
La difficoltà di rispettare il voto popolare – 26 milioni di sì in un’Italia che ai referendum non credeva più – dipende da piccoli e grandi ostacoli tesi a stritolare il corpo elettorale assetato d’acqua bene comune, d’acqua accessibile, potabile, disponibile sul pianeta Terra a condizioni fuori mercato, perché è un diritto su cui non si può speculare.
Ma si è sempre speculato e il Pd è il partito quasi-riformista o eventualmente riformista che non è in condizione di scontrarsi con nessuno.
Maristella è il quartiere di don Pier Codazzi, il formatore, il demiurgo, il risolvi-problemi, il passe-partout della Chiesa cremonese nei rapporti con i giovani, i servizi sociali, un protagonista della vita pubblica, sociale e politica, dal ruolo significativo, che evidenzio nei suoi proficui con Il Pd.
I referendum sulla gestione dell’acqua, con abolizione della remunerazione del capitale investito, hanno minato le basi del capitalismo italiano, attaccato aziende private e pubbliche che lucrano su decine di milioni di bollette. Un affare sicuro è stato disturbato da un fiorire di comitati in tutta Italia stanchi del dominio del danaro e della solita trasformazione di ogni valore in merce scambiabile. Il Pd non si sta battendo per questo obiettivo. Ha scelto una strada forse provvisoria ma diversa.
Votare è stato fondamentale ma il voto va fatto rispettare. La battaglia sarà lunga e complicata da numerosi ostacoli. Chi avrà passione per ascoltare in video i discorsi tenuti ieri in piazza Roma da Giampiero Carotti, Filippo Locatelli e Giacomo Bazzani potrà rendersene conto.

Poche le persone presenti, pochi i giornalisti. Tra i politici Giuseppe Torchio, inseparabile dal comitato e suo forte sostenitore, Lapo Pasquetti (Sel) – il ruolo di Sel è rimasto ingiustamente in secondo piano – Pierluigi Rotelli e pochi altri. Tra le associazioni l’Anpi Cremona.

L’ostilità silenziosa e pugnace della Cremona conservatrice è ben rappresentata nel voto no dato ai referendum dal senatore Pizzetti e dai suoi seguaci.

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