Ad un esame un po’ più attento i numeri del referendum online sull’Indipendenza del Veneto destano nuove perplessità. Durante ciascuno dei sei giorni della votazione il sito Plebiscito.eu aggiornava i dati alle 11.00, alle 18.00 e alle 22.00. Le votazioni si sono chiuse alle 18.00 di venerdì 21 marzo, per cui, ovviamente, non c’è il dato delle 22.00 di quel giorno. Manca inoltre – almeno io non l’ho trovato – il dato relativo alle 22.00 del 19 marzo.
Questo è il riepilogo dei dati disponibili alla fine di ogni giornata di voto:
16 marzo ore 22.00 – voti 492.256
17 marzo ore 22.00 – voti 748.503
18 marzo ore 22.00 – voti 1.062.123
19 marzo ore 18.00 – voti 1.307.334
20 marzo ore 22.00 – voti 1.878.071
21 marzo ore 18.00 – voti 2.360.235 (pari a circa il 63% del corpo elettorale)
Questo invece è il riepilogo dei voti espressi per ogni singola giornata. Non essendo a disposizione il dato delle 22.00 del 19 marzo ho aggiunto 100.000 voti tondi ai 1.307.334 delle ore 18.00 (portandoli quindi a 1.407.334), in quanto il giorno precedente dalle 18.00 alle 22.00 avevano votato, secondo Plebiscito.eu, circa 100.000 persone. Questo dunque è il riepilogo:
16 marzo – voti 492.256
17 marzo – voti 256.247
18 marzo – voti 313.620
19 marzo – voti 345.211
20 marzo – voti 470.737
21 marzo – voti 482.164
per un totale, appunto, di 2.360.235 voti.
Quello che colpisce in questi dati è come il voto si sia distribuito armoniosamente durante i sei giorni del referendum. Solo il secondo giorno vi è un quasi dimezzamento rispetto al primo, ma poi vi è una progressione lenta e costante. Un referendum che dura quasi una settimana è una novità. Tuttavia possiamo sempre ipotizzarne la fenomenologia caratteristica. Che, a mio avviso, può presentare due variabili fondamentali: 1) Voto massiccio nelle primissime giornate, e poi progressivo svuotamento del bacino dell’elettorato propenso a votare, con voti al contagocce nelle ultime giornate; 2) L’esatto contrario, con lo stesso elettorato che se la prende calma e poi concentra il voto negli ultimi due-tre giorni. In ambedue i casi lo svuotamento avrebbe qualcosa di naturale. Questo voto indipendentista veneto ha invece una dinamica tale da conservare necessariamente una forza inerziale di centinaia di migliaia di voti. Se davvero i voti sono stati quelli comunicati dai promotori del referendum, cosa sarebbe successo se si fosse votato fino a domenica? Avremmo avuto più di tre milioni di voti?
Ancora. Il sito Plebiscito.eu ha comunicato nei primi due giorni di votazione i dati relativi alle province, per poi smettere di botto. Il primo comunicato è stato fatto al traguardo dei 430.000. Questo il riepilogo:
Vicenza – voti 121.700
Treviso – voti 118.300
Padova – voti 105.300
Venezia – voti (+ di 50.000) [così è scritto, NdZ]
Verona – voti 27.800
Belluno – voti 3.300
Rovigo – voti 3.100
Considerazioni: 430.000 sono il 18,2% dei voti finali espressi. Facendo una proiezione sul voto finale, mantenendo fisse le percentuali di voto attribuite alle singole province, la provincia di Vicenza arriverebbe a 669.000 voti, quella di Treviso a 650.000, cifre superiori o pari al 100% del corpo elettorale.
Il secondo comunicato è stato fatto al traguardo dei 700.000 voti. Questo il riepilogo:
Vicenza – voti 182.000
Treviso – voti 179.000
Padova – voti 166.000
Venezia – voti 143.000
Verona – voti 92.000
Belluno – voti 28.000
Rovigo – voti 29.000
Considerazioni: la somma dei voti delle province dà 819.000, non 700.000. (Alla fine della giornata di votazione sarebbero risultati 748.503). A tutt’oggi l’errore non è stato corretto. Nessuno, d’altra parte, sembra se ne sia accorto. Facendo le proiezioni sopramenzionate (calcolate su 819.000) i voti previsti per le province di Vicenza e Treviso arriverebbero a circa l’80% del corpo elettorale. Rispetto al primo comunicato i voti delle province di Vicenza e Treviso sono aumentati del 50%, quelli di Padova del 60%, misteriosamente triplicati invece quelli di Venezia e Verona, e addirittura quasi decuplicati quelli di Belluno e Rovigo.
Ulteriori considerazioni: poniamo pure, volendo essere generosi, che di quei 2.100.000 che hanno votato per l’indipendenza, solo 500.000 si siano materialmente collegati col sito Plebiscito.eu (a chi ha telefonato bastava il numero telefonico – un solo numero? – indicato nel sito e quello del codice personale; c’è chi è andato al seggio per la registrazione e il voto; c’è chi ha eseguito l’operazione per tutta la famiglia, o per un gruppo di amici ecc.): se solo uno su cento di questi 500.000 avesse voluto esprimere un commento, un augurio, un «Forsa Veneto!», un «Forsa Leon!», un «gavemo vinto!» il sito in questi giorni avrebbe dovuto essere invaso da 5.000 commenti. Non li ho contati, ma in tutto sono sicuramente meno di un decimo di questa cifra.
[pubblicato su Giornalettismo.com]
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