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Referendumonio

Creato il 10 giugno 2011 da Andima
Insomma c'è chi non vuole andar a votare e c'è chi si batte per trascinarne di altri, ai seggi, in un nome del raggiungimento di un quorum che in realtà non è mai avvenuto negli ultimi referendum, tant'è che pur di raggiungerlo si pensa subito anche di annullare il voto degli italiani all'estero, per l'ennesimo pasticcio italico, dopo che la Cassazione ha cambiato il testo della domanda sul nucleare e allora non si sa che fare, con quegli altri italiani all'estero, quelli lontani, quelli che si indignano, quelli a cui non importa in fondo o semplicemente quelli che vogliono votare perché torneranno quest'anno, no, l'anno prossimo, no, l'altro, forse. Chi non vuole andare si rifiuta perché il referendum, come concetto, non ha senso, visto che poi cambiando qualche virgola loro, i politici, ripresenteranno il loro volere immutato, perché funziona così, è tutta apparenza e finzione, il cittadino soddisfatto del proprio contributo al cambiamento e il politico soddisfatto di avergli dato quella fittizia, temporanea, sterile soddisfazione; o si rifiuta perché disincantato da ogni forma di cambiamento, perché non andando a votare manifesta (in che modo?) il proprio sdegno e lancia (o crede di lanciare) un segnale ben chiaro, ma in realtà lascia decidere agli altri, i politici, s'intende. C'è chi invece vuole ad ogni costo votare e lo fa in preda a mille interpretazioni e propagande, che il referendum è contro il governo, che il referendum è per l'acqua pubblica, che il referendum è per un mondo migliore senza nucleare e tante altre semplificazioni errate ma convincenti, o semplicemente per raggiungere il quorum, che è come una lotta di tutti contro i pochi del potere. Eppoi ci son quelli che si dibattono sul quorum: il quorum è un concetto democratico perché permette solo alla maggioranza di poter cambiare qualcosa, il quorum è un concetto antidemocratico perché permette a chi si disinteressa delle sorti del paese di influenzare o addirittura decidere lo stato delle cose. Eppoi c'è chi vede il referendum come un'occasione per lanciare un messaggio, manifestare la propria voglia di cambiare e sottolineare (si spera) la presenza di massa nella vita politica del paese, per dar un senso ai lamenti quotidiani e un domani poter dire d'averci provato, almeno, ed essere andato in quella cabina elettorale anziché al mare, in vacanza o attaccato ad un'ideologia politica di destra pensando di difendere un governo che ha fregato un intero paese, dicono.
C'è da perderci la testa, insomma, ma si spera non il buon senso, che chi abbia davvero voglia di cambiare non si fermi a un semplice referendum ma dimostri la medesima volontà anche altrove, di fronte ad altri quesiti o in quei pochi spiccioli di potere che la democrazia lascia al popolo, sovrano forse della propria pensione, un giorno, magari incanalando le risate settimanali per le battute di Crozza in uno spunto per la rivoluzione, non di sangue ma costanza e coerenza, che quella manca spesso, tanto.

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