Reflections about MFW
Creato il 10 ottobre 2014 da Valelarmadiodivenere
@armadiodivenere
Si dice che se non ci si sente ispirati non si riesce a scrivere nemmeno a morire. Bene, questo post lo scrivo di getto perchè so già che se aspettassi anche solo mezz'ora poi non lo farei più.Ho appena visto il video fatto durante la MFW dove gli intervistatori hanno posto domande senza senso a stylist, fashion blogger e chi più ne ha più ne metta ricevendo pure una risposta, come se dire "non lo so" fosse sinonimo di "ridicolo".Premettendo che probabilmente nella loro stessa situazione anch'io avrei fatto una figuraccia, dando una risposta qualsiasi pur di non risultare "incompetente" o peggio ancora "sfigata" (parliamoci chiaro, sono ben poche le persone che avrebbero ammesso in un'occasione simile di non conoscere il famoso turbante Quaboos bin Said), credo che sia arrivato anche per me il momento di spendere qualche parola sul grande circo che ruota intorno a un evento così importante ed esclusivo come la settimana della moda di Milano.A tutti piace apparire e a tutti piace mostrarsi, in fondo questa è l'era dell'immagine e dei social network, dei selfies e di instagram e io per prima ci sono dentro ma credo che stiamo perdendo di vista il vero scopo per il quale due volte all'anno persone da tutto il mondo accorrono a Milano: la moda. Moda intesa come presentazione delle nuove collezioni, moda intesa come classe ed eleganza e perchè no anche originalità e brio, moda intesa come voglia di far parte di un meccanismo fatto di persone che lavorano sodo, giorno e notte, per poter presentare un prodotto di alta qualità.Io quest'anno ho visto soprattutto dei fenomeni da baraccone. Mi domando a cosa possa servire presentarsi davanti alla location della sfilata di Armani se poi non si riesce a entrare come dice il ragazzo nel video, mi domando perchè non ammettere la verità se non si conosce una tendenza o un designer ma soprattutto mi domando quali possono essere le aspirazioni di queste persone. Di Chiara Ferragni ce n'è una sola ed è inutile che ci si voglia atteggiare come "influencer" o "stylist", per poterlo essere bisogna studiare e fare anni e anni di gavetta lavorando a testa bassa.Basta con tutto questo atteggiarsi come se si fosse dei divi, io quest'anno non c'ero ma in passato ho assistito a situazioni assurde fuori dalle sfilate, gente anomina e completamente sconosciuta che scende dai taxi come se fosse a un red carpet e che la prima cosa che fa è mettersi in posa per il suo amico fotografo, persone che si vestono in un modo agghiacciante che nemmeno Moira Orfei avrebbe il coraggio di assumere per lavorare nel suo circo, gente che altezzosa non si degna di rivolgere la parola a nessuno perchè "tanto sono una influencer di fama mondiale".Boh. Non faccio di tutta l'erba un fascio ci mancherebbe ma non sarebbe il caso di smetterla di atteggiarsi così tanto e iniziare a darsi da fare per perseguire in maniera seria i propri obiettivi?Non sto facendo riferimento a chi alla fashion week ci va per vedere la magia che si respira nell'aria in città, a chi va alle sfilate perchè correttamente invitato o a chi semplicemente fa davvero parte di quel grande meccanismo chiamato moda. La mia è una semplice riflessione. Mi domando davvero a cosa porterà tutto questo, mi domando se sono davvero atteggiamenti così quelli sbagliati o se a rimetterci sono le persone che con umiltà cercano di imparare e che si comportano in modo serio."L'importante è che se ne parli" diceva Oscar Wilde e ogni anno è così. Perdendo di vista le passerelle.
Per vedere il video in questione: http://www.deejay.it/news/milano-fashion-week-le-domande-non-hanno-senso-ma-gli-stylist-rispondono-convintissimi/402709/
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