I resti di vernice testimoniano un passato ormai lontano di beltà, forse, ma anche no. Sono lì solo a dire sono stata nuova anche io. Poggia su quattro blocchi di cemento irregolari come se fosse stata divelta da un luogo e portata in un altro, come è in realtà accaduto. E' lì su quel ciglio di strada a sostituire la sua collega che vi stazionava precedentemente. Sotto di lei crescono sparuti fili d'erba sofferenti, ai lati ciò che resta di una delimitazione di aiuola ora deposito di cicche di sigaretta, pacchetti di sigarette più o meno appallottolati che stanno per essere scalzati dalla classifica dei rifiuti dalle confezioni di tabacco, gomme masticate, carta da panini, bottiglie d'acqua, birra, vino e altre bevande, giornali di tutti i tipi, quotidiani, settimanali, inserti pubblicitari, volantini di supermarket che magnificano sconti ed occasioni irripetibili. Solo una cosa stona nel panorama, che comprende automobili che sfrecciano sulla vicinissima arteria stradale a scorrimento veloce, insomma, una strada statale per chiamare le cose con il loro vero nome, che porta verso il centro di una grande città.
Se non fosse tristemente vero sarebbe potuta essere scambiata per una installazione artistica del degrado urbano, della solitudine, dell'inciviltà e altro ancora. Una installazione che con la pretesa di dire tante cose alla fine lascia del tutto indifferente chi la guarda lasciando solo ai dotti critici l'esegesi del pensiero dell'autore.
Su quella solitaria panchina è seduta una donna. I lunghi capelli striati di grigio raccolti in una crocchia, gli occhiali leggermente calati sulla punta del naso. Indossa un cappotto, pantaloni e stivaletti alla caviglia tutto di colore nero, un abbigliamento che, se pur dignitoso, lascia capire che ha visto tempi migliori. Ha la gamba sinistra accavallata sulla sua gemella e in mano tiene un settimanale. Non è uno di quelli che vengono chiamati femminili, no è un inserto settimanale di un quotidiano, è aperto sulle pagine centrali che danno consigli su cosa regalare, d'altronde siamo prossimi al Natale e il regalo è l'argomento principe delle discussioni.
No, quest'anno di regali non se ne faranno tanti o sì, i regali si faranno ma saranno pochi e al risparmio. Le chiacchiere sull'economia ci ammorbano, ci annoiano, ci deprimono, ci danno qualche speranza, a molti non interessano più qualsiasi cosa dicano. La donna solitaria gira le pagine con lentezza, dopo attenta lettura dei preziosi suggerimenti su vestiti, profumi, articoli per la casa, apparecchi elettronici di vario tipo e anche libri e musica. Dagli occhi non sembra che ciò che ha letto e continua a leggere suscitino in lei un grande interesse.
Ogni tanto alza e gira la testa verso sinistra, come se attendesse qualcuno o qualcosa. Li riabbassa sulle pagine patinate con un velo di delusione. Ora chiude il giornale, lo poggia sulla panchina, si alza e si avvia alla fermata del bus che si avvicina veloce.
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