“No alla strumentalizzazione a fini politici”. Così si è espressa la Curia Metropolita di Reggio Calabria sulla polemica scatenatasi in seguito a un’insolita iniziativa promossa da Alleanza Calabrese: la celebrazione di una messa in ricordo dei settant’anni dalla morte di Benito Mussolini e dei “caduti” della Repubblica Sociale Italiana.
L’iniziativa era partita dal movimento politico Alleanza Calabrese di Reggio Calabria, un movimento politico autonomista sorto nel maggio del 2006. Il rito si sarebbe dovuto svolgere nella chiessa di San Giorgio al Corso e successivamente i partecipanti si sarebbero recati, in una sorta di pellegrinaggio, davanti alla Stele di Ciccio Franco, leader dei moti di Reggio, per un momento di raccoglimento e di preghiera.
Per sponsorizzare l’evento e promuovere la partecipazione copiosa, Alleanza Calabrese aveva realizzato anche un manifesto con tanto di aquila e fascio littorio con su scritto: “i camerati reggini annunciano la celebrazione della messa a 70 anni dall’omicidio di sua eccellenza Benito Mussolini”.
Il presidente del Movimento Alleanza Calabrese, Enzo Vacalebre, nello stendere il manifesto, ci aveva tenuto a ricordare che “la celebrazione della messa in ricordo di Benito Mussolini ha radici molto lontane”. E poi aggiunge che, in occasione della celebrazione, “il ricordo assumerà un significato più profondo perché ricorre il settantesimo di quello che noi definiamo l’omicidio di Mussolini”. Il Duce, secondo Vacalebre, sarebbe stato quindi “trucidato con gli altri gerarchi. Fu un’esecuzione vera e propria decisa senza un processo”. E poi, conclude il manifesto: “Ci auguriamo che in molti saranno presenti domani per ricordare i 70 anni di questo omicidio”.
La notizia della messa per ricordare l’ «omicidio» del Duce si è subito sparsa per le strade e sui social. A questo punto si alza un polverone clamoroso, fatto di incredulità e indignazione in tutta Reggio Calabria. A cominciare dal sindaco, Giuseppe Falcomatà, che ha dichiarato: “La Curia sia a conoscenza di questa iniziativa, basata su un presupposto storicamente errato”.
La Curia Metropolita di Reggio Calabria, rispondendo all’annuncio dell’infelice iniziativa e alla polemica sorta immediatamente dopo, si è espressa optando per la sospensione del rito. Il veto messo dalla Curia è stato così giustificato: “E’ lecito celebrare la santa messa in suffragio dei defunti; ma questa celebrazione venga sospesa per la strumentalizzazione della stessa per fini politici”.
Sandro Vitale, presidente provinciale dell’Anpi di Reggio Calabria, ha espresso il proprio disgusto affermando che nessun parroco e nessuna chiesa dovrebbero dare la possibilità di trasformare una cerimonia religiosa in un’iniziativa politica tesa a falsificare la storia del nostro paese. È un oltraggio alla nostra storia, ai nostri valori, alla nostra identità.