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Reggio è un blues

Creato il 06 gennaio 2014 da Makinsud

Antonio Calabrò presenta il suo nuovo libro “Reggio è un blues”. Antonio non è solo uno scrittore di libri ed opinionista in un giornale online, ma è un ferroviere ed un viaggiatore attento. Egli osserva il Reggino che popola i treni locali e tutta la costa calabrese e le bellezze nostrane. Parla del ritmo del Sud del paese, del poco lavoro e dei tanti sorrisi mancanti. Cerca di mostrare la verità con molta semplicità perché Reggio Calabria a suo modesto parere è realmente un blues. E’ un blues perché il nostro dialetto è musica e “cu non boli mi sciorba” (chi non vuole che si accechi).Reggio è un blues

L’esploratore Calabrò racconta minuziosamente quelle particolarità reggine che solo un indigeno può comprendere. La donna paesana che balla la tarantella diventa bella e sensuale come una Venere e la città si trasforma in luogo d’amore. Descrive ironicamente i ritardi degli autobus e la scelta arbitraria degli autisti di stabilire l’ultima corsa, perché si sa, chi vive sulla punta dello Stretto non può far affidamento ai pullman ma sicuramente potrà godere di un passaggio in macchina di un amico o un conoscente. Con poche parole ed incisive narra lo sporsero reggino dei fuochi d’artificio tutto l’anno, l’omertà che regna sovrana e la tortuosità delle strade.

Critica serratamente la città di Reggio Calabria ed i suoi abitanti che disapprovano i politici calabresi però poi non votano per libertà di espressione ma a pioggia destinano i loro consensi perché imparentati con quello e con quell’altro, per uno scambio ed un circolo vizioso tra elettorato in cerca di favoritismi ed eletti in cerca di riconferma; così propone ai residenti di ritornare quelli di un un tempo, realtà fattibile e già testimoniata da quanti hanno preso parte al corteo di protesta contro il recente rogo del Museo dello Strumento Musicale.

Aldo Varano, giornalista di Zoomsud evidenzia come la caratteristica della scrittura di Antonio Calabrò consista nel narrare con una sensibilità esasperata ciò a cui non si fa più caso, specie gli ultimi, gli offesi ed i sofferenti della città di Reggio. Reggio è un blues perché di notte puoi sentirla respirare “ma perché di giorno non sei così?”.

Critica il Reggino che vuole sovvertire le regole che anche quando è vietato fumare, se beccato, chiede di farsi gli ultimi due tiri di sigaretta prima di spegnerla. E’ anarchico, presuntuoso, ed anche se non ha i soldi per mangiare, il vizio della caccia non lo perde mai. Tutti i settentrionali che vengono in vacanza al Sud poi si vogliono trasferire qui, ma “non siete normali?” rispondiamo noi. La domenica mattina il reggino effettua la gita a Gambarie (località montana) con partenza alle ore 8.00, arrivo alle 8.30 e alle 9.00 già si apparecchia la tavola, “perché ama la natura”.

Nella nostra città non c’è molto da fare, ma poi accade tutto nello stesso momento, a volte tutti gli eventi possibili ed immaginabili sono concentrati in un sol giorno e non si sa tra chi dividersi.

Reggio è blues2
Reggio è un blues perché ogni tanto il terremoto ci fa ballare e diventiamo tutti amici e fratelli per lo spavento, però poi torna tutto normale. E’ un blues perché quando ci si veste un po’ più elegante, tutti si chiedono se sei invitato ad una festa o ad un matrimonio.

Il reggino è un tipo solidale, che se riceve una multa pretende che siano multati anche gli altri, ed è anche un tipo romantico che se si gira a guardare il mare , quelli alle spalle spariscono.  E quando Antonio Calabrò dice che Reggio Calabria ci regala tramonti da strappare al cielo ed incorniciare per farne quadri del Louvre, non esagera.


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