di Stefano Perri – Non erano passate inosservate negli scorsi giorni delle grandi riproduzioni cartonate di forbici appese a Reggio Calabria in varie zone della città.
Mentre i cittadini che nell’ultimo periodo le hanno avvistate per strada si chiedevano increduli che tipo di messaggio volessero rappresentare il gesto simbolico è stato prontamente rivendicato da parte del Collettivo Unirc dell’Università Mediterranea.
“Se dovessimo riassumere in una sola parola, o meglio in una sola immagine, il simbolo della nostra generazione noi sceglieremmo un grande e luccicante paio di forbici”. Si presentano cosi i ragazzi del Collettivo Unirc, un’organizzazione studentesca apartitica che ormai da due anni opera all’interno della Mediterranea con l’intento di sensibilizzare la popolazione studentesca sui problemi del mondo universitario.
Le forbici dunque come segno di protesta per comunicare alla città il disagio degli studenti e la loro contrarietà ai tagli al mondo universitario. “Non è una riforma che attacca i baronati – spiegano i ragazzi di Unirc – ma un colpo ben assestato di forbice che Tremonti, Gelmini ed il loro governo hanno dato prima ancora che al mondo universitario, al nostro avvenire, alle nostre aspettative formative e lavorative”.
“Quello che si verifica da anni – continuano - altro non è che un sistematico attacco prima alla formazione e poi al lavoro, che sta causando lo sgretolamento e pertanto la perdita delle conquiste del passato e sferra un taglio netto ai nostri diritti, alle nostre scuole, alle nostre Università, alla possibilità di avere un lavoro stabile, al nostro futuro”.
Sembrano avere le idee chiare i militanti del Collettivo: “Abbiamo scelto di riempire la città di grosse forbici di cartone per esternare questo disagio ed allargare così la nostra protesta all’intera città. Ognuno di noi deve rendersi conto che la dequalificazione e la distruzione della scuola e dell’Università chiude ogni speranza a qualsiasi cambiamento in positivo che la nostra società potrebbe/dovrebbe ottenere. I malcostumi, le organizzazioni criminali e mafiose, la mala politica e le sue conseguenze, si combattono anche e soprattutto con la cultura; ma se questa viene privatizzata, resa elitaria ed accessibile a pochi, dequalificata nella sua vocazione di massa, come possiamo pensare di costruire la società di domani? Gli effetti si vedono già, anche e soprattutto alla Mediterranea di Reggio Calabria, che oggi sembra una città racchiusa nella città con i problemi soffocati al suo interno, ma che noi vorremmo aprire per dare modo ad ogni reggino di essere informato e vedere con i propri occhi cosa stanno causando le ultime riforme”.Quello che chiedono gli studenti del Collettivo è in sostanza una presa di coscienza che vada oltre le mura della Mediterranea e che si allarghi alla cittadinanza di Reggio: “Vorremo che ogni cittadino si informasse, chiedesse ad un qualsiasi studente come si vive e si studia nella propria città. Vorremmo che ogni persona si domandasse se è questo il futuro che loro desideravano e che vogliono per i propri figli. Crediamo che la città si debba sollevare al fianco degli studenti, per difendere il futuro dei giovani, di un’Università e forse di un’intera Città che rischia altrimenti di procedere verso una fase di pesante emigrazione dei suoi cervelli più brillanti, e lo svanire delle aspettative di sviluppo e di un avvenire migliore”.
Ma l’iniziativa delle forbici è solo una tappa del percorso intrapreso dagli universitari di UniRc. Il prossimo appuntamento è fissato per il 17 novembre, Giornata Internazionale dello Studente, durante la quale anche a Reggio come in tutte le piazze Italiane si ribadirà ancora una volta che “lo studio e la formazione sono diritti di tutti e non privilegi di pochi”, con un corteo che partirà da piazza De Nava alle 9:00.