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Regime salva-cuore? bocciata la dieta mediterranea

Da Nicla

castcrew-caldwell-esselstynIl dott. C. B. Esselstyn in Italia e le diverse esperienze italiane sul regime salva-cuore

Erano gli anni ’90 quando i titoli di giornali proclamavano a gran voce la dieta mediterranea quale regime alimentare “salva-cuore”.
A dirlo uno studio condotto all’epoca da un gruppo di scienziati francesi guidati dal dott. Michel De Lorgeril dell’Università Joseph Fourier di Grenoble, conosciuto ai più come Lyon Diet Heart Study. Stando a queste ricerche condotte su 605 pazienti, la dieta mediterranea si è rivelata la migliore nel risultato preventivo per le malattie cardiovascolari (dal 50 al 70% di eventi cardiaci in

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meno).
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Un risultato all’epoca definito “impressionante” e che così ancora oggi viene additato. Soprattutto quando si guarda all’olio extra vergine di oliva e ai suoi possibili benefici effetti sulla salute.

A schierarsi tuttavia molto pesantemente contro questa “meraviglia mediatica”, è oggi più di ieri il dott. Caldwell B. Esselstyn, autore del libro come “Prevenire e Guarire le malattie cardiache con l’alimentazione” e promotore di studi ventennali su pazienti affetti da gravi patologie cardiache.

Stando alla sua opinione di medico chirurgo, impiegato a suo tempo nella prestigiosa Cleveland Clinc dell’Ohio, il dott. Esselstyn sostiene infatti a grande titolo che “nulla potrebbe essere così lontano dalla verità.”

Ogni goccia di olio di oliva- afferma nel suo libro-, favorisce le cardiopatie tanto quanto

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i grassi saturi del roast beef. E anche la dieta mediterranea che permette l’utilizzo di tali oli può al massimo rallentare il tasso di progressione della coronaropatia rispetto ad una dieta più ricca di grassi, ma non ferma tuttavia la malattia e non ne allevia gli effetti”.

C’è infatti, sostiene Esselstyn, un modo diverso di guardare ai risultati della ricerca francese. Dopo circa quattro anni di sperimentazione, “un 25% dei soggetti che seguiva la dieta mediterranea- uno su quattro- era morto oppure era rimasto vittima di un evento cardiovascolare. Penso che questi siano risultati pessimi per una patologia non maligna. Possiamo fare di meglio. E la letteratura medica oltre ai miei studi e a quelli di altri colleghi come il dott. Dean Ornish indicano una strada molto più efficace”.

Quale sia questa strada è facile intuirlo: una dieta rigidamente vegetale, integrale, senza alcun tipo di oli, zuccheri e farine raffinate.

Questa di fatto è la proposta che il dott. Esselstyn ha fatto negli ultimi vent’anni al mondo medico. E questa è la linea di ricerca che a novembre, insieme al prof. T. Colin Campbell, il dott. Esselstyn verrà a presentare in Italia il 16 novembre 2014 a Verona.

Prima di allora, tuttavia, è sicuramente necessario parlare. E possibilmente, approfondire.

Può una dieta strettamente vegetale e integrale, così come proposta dai due rinomati ricercatori e medici americani, prevenire e soprattutto aiutare la regressione di una malattia cardiaca?

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In Italia esistono diverse esperienze mediche a riguardo che riprendendo a buon titolo gli studi del dott. Esselstyn e non solo.
I risultati fin qui ottenuti verranno analizzati ed approfonditi nella serata di domani, in occasione della registrazione della 11° lezione del percorso formativo promosso da Be4eat, LIFE STYLE SEMINAR. A relazionare il dott. Guido Balestra, cardiologo italiano di Forlì, che da anni ha approfondito e soprattutto toccato con mano i risultati di una corretta alimentazione sui pazienti cardiopatici.


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