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Regionali, allarme tra i renziani: il Pd rischia di perdere il 10-15%

Creato il 26 aprile 2015 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

renzi2C’è molta preoccupazione nell’entourage del presidente del Consiglio per l’esito delle elezioni del 31 maggio. I timori non sono tanto sul numero di Governatori conquistati, quanto sulle percentuali del Partito Democratico, che, rispetto alle Europee dello scorso anno, potrebbe perdere tra il 10 e il 15 per cento dei voti. ECCO LA SITUAZIONE REGIONE PER REGIONE E LE STIME DEI SONDAGGI TOP SECRET CHE CIRCOLANO AL NAZARENO

Ma qualcuno si è chiesto perché Matteo Renzi si è impuntato così tanto sulla legge elettorale? Bloccare il Parlamento, cassare il dibattito con le richieste di fiducia, isolare la minoranza interna e costringere le opposizioni all’Aventino non è un po’ troppo? Evidentemente no. Il premier vuole a tutti i costi chiudere la partita dell’Italicum ed evitare il pericoloso ritorno al Senato anche e soprattutto perché teme fortemente il terremoto politico post elezioni regionali. Nel Pd serpeggia infatti un certo pessimismo sul 31 maggio, non tanto per il numero di Governatori dem eletti (tranne in Veneto la vittoria pare a portata di mano, viste soprattutto le divisioni nel Centrodestra) ma per il risultato di lista del Partito Democratico. Le divisioni nazionali su molti temi e la mancanza del traino di Renzi che invece c’è alle Politiche e alle Europee rischia di penalizzare non poco il Pd, a favore di liste civiche, movimenti di sinistra alla Tsipras e astensione. E’ chiaro che il dibattito sulla legge elettorale sarebbe molto più complesso e di difficile gestione, specie nel partito, dopo un risultato elettorale non soddisfacente.

Ma vediamo la situazione Regione per Regione. Alle Europee dell’anno scorso, il Pd in Veneto ha preso il 37,52% mentre quest’anno le previsioni ufficiose dentro il Pd danno un risultato non superiore al 25% con un calo quindi di 12-13 punti in dodici mesi. In Liguria nel 2014 il Pd è arrivato al 41,67% mentre il 31 maggio potrebbe fermarsi poco sotto il 30%. Nella Toscana di Renzi, alle Europee, i democratici ottennero il massimo storico del 56,35% ma quest’anno le stime parlano di una percentuale decisamente più modesta e non superiore al 40%. Stesso discorso in Umbria, dove dal 49,15% dello scorso anno il Pd potrebbe fermarsi intorno al 33-35%. Nelle Marche si parla di una discesa dal 45,45% delle Europee al 31-32% massimo del 31 maggio. In Campania il partito del premier l’anno scorso aveva preso il 36,12% mentre quest’anno le previsioni che circolano danno una percentuale intorno al 27-28%. Si salva solo la Puglia, grazie soprattutto alla candidatura forte di Michele Emiliano. Ma anche qui dal 33,58% delle Europee 2014 il Pd potrebbe scendere al 28% circa alle Regionali di quest’anno. E’ evidente che una battuta d’arresto del Pd, nonostante l’abilità mediatica del presidente del Consiglio, indebolirebbe Renzi e i renziani sia nella sfida interno con la sinistra dem sia nel rapporto con le opposizioni. I centristi di Alfano, Casini e degli ex montiani potrebbero raccogliere un risultato ancora più modesto di quello delle Europee e quindi la loro voce in capitolo in seno all’esecutivo continuerebbe a essere modesta e poco rilevante.
fonte : affaritaliani.it



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