Gente – vera – mi chiede «per chi voti alle regionali Fvg?». E che ne so, devo capire. Ieri sera, Visionario, Udine, via Asquini, presentazione del libro di Beniamino Pagliaro (6,5, un giovane cronista che cresce), ho cercato di farlo mentre picchiettavo sulla tastiera. Dopo mezz’ora era già abbastanza chiara la situazione: i 3 giornalisti erano più interessanti, e di molto, dei 3 candidati.
Non è detto che, invertendo i mestieri, le cose migliorerebbero. Ma sono certo che nessuno dei 6 cambierebbe le gomme dell’auto o andrebbe dal barbiere con soldi pubblici impartendo lezioni di moralità.
Premessa l’alba del dibattito, non potendo più dare pagelle, perché il mio amico S. B. (sempre 9, con l’unico difetto che fa politica, anziché solo commentarla) l’ha già fatto sapientemente (non mi trattengo: da sinistra a destra per la platea Galluccio 4,5, Tondo 6, Serracchiani 5), il nodo chiave è che nessuno ha convinto (me) granché.
La lacuna principale è la mancanza di ironia. Nessuno dei tre ce l’ha nel dna, ma sarebbe utile un’iniezione: prenderla con leggerezza fa sempre bene all’anima.
Il resto è un dibattito di cose già sentite (dagli addetti ai lavori), non noioso ma nemmeno risolutivo. Tondo, peraltro solido (come lo era Illy nel 2007-2008, quando infilava a ogni presenza pubblico lo stesso cd), dovrebbe spiegare perché non abbiamo un banale «sì» o un banale «no» dalle banche sul prestito per la terza corsa. Una riposta, in un senso o nell’altro, ripetutamente annunciata dalla fine dell’anno. 2011, non 2012.
Galluccio, come correttamente evidenziato dal direttore del Messaggero Veneto (7,5), si è incartato sui traffici extraregionali in A4 (che c’entra?) e non è andato oltre un improbabile cash flow (eh?) per farmi alzare la sguardo dal monitor.
Serracchiani. Serracchiani è un idolo evaporato. Un Renzi trasformato in Bersani. Un’ipotesi di svolta cancellata dalle regole di partito. Persona di disponibilità e gentilezza non ripetibili nel panorama politico Fvg (parlo dei piani alti), Serracchiani dovrebbe fare il Renzi, non il Bersani. Dovrebbe rispondere con ironia, non scuotere la testa quando l’attaccano. Dovrebbe indicare il nuovo, non ripetere il vecchio. Dovrebbe spiegare perché solo oggi (ieri) ha ammesso che con il gruppo regionale non è mai andata d’accordo, proprio mai (non a caso i 7mila voti conquistati da Gianfranco Moretton sono in direzione Tondo, ce robis). Fuori il dente, fuori il dolore (prima).
Partita aperta, apertissima. Ma, se volete il mio voto fate altro, dite di più.
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