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Regionali: Simona Marchesi (Pd) apre la sua campagna elettorale

Creato il 27 aprile 2015 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria
Simona Marchesi

Simona Marchesi

“Crediamoci perché è la nostra opportunità”. Con queste parole Simona Marchesi, operaia della Perugina da 18 anni, addetta al reparto caramelle e in contratto di solidarietà, candidata al consiglio regionale del Pd di Perugia, ha aperto ieri la sua campagna elettorale al circolo dipendenti della Perugina. Presenti oltre 200 sostenitori.

“La mia campagna elettorale – ha detto – sarà molto sobria, per due motivi: sono un operaia in contratto di solidarietà e le disponibilità economiche sono limitate; per una scelta politica, perché viviamo un momento così difficile, la crisi non accenna a passare e serve essere rigorosi”.

“Voglio parlare di noi – ha detto – di quello che siamo e che vorremmo essere. È proprio per questo che stasera sono qui. Penso al momento difficile che sta attraversando la Perugina, fabbrica storica per Perugia e per l’Umbria, non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale. Penso alle acciaierie di Terni, penso alla Trafomec,  penso alla ex Merloni, penso alla Colussi, penso a tutte le altre vertenze che al momento non ho citato e me ne scuso. Ma soprattutto penso a tutti i lavoratori di queste aziende che come me da anni affrontano sacrifici economici, con la speranza di riavere un futuro. Il nostro futuro! Guardo ai giovani ed è arrivato il momento di dargli il valore che meritano, saranno gli insegnanti o i medici dei nostri figli. Guardo i miei colleghi e vedo nei loro occhi l’incertezza del futuro. Guardo i miei nonni e i miei genitori che anche oggi sono qui per aiutarmi. Dico che il Pd di Perugia e il Pd Umbria ci stanno dando una grossa opportunità”.

“Dobbiamo tornare a credere – ha concluso Marchesi – che uniti possiamo fare la differenza e questo è il momento giusto. L’Umbria ha bisogno di un piano industriale serio che guardi anche alla qualità del lavoro che genera e sono convinta che anche noi dobbiamo contribuire a scriverlo, altrimenti lo faranno altri per noi”.



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