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Regione e Province perdono tempo, Rossoni “dimentica” che ci sono i confini regionali, i sindaci di Crema e Lodi fanno da sé: d’ora in poi rapporti più stretti. Ecco il comunicato congiunto

Creato il 16 luglio 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Crema e Lodi stringono i rapporti, tenendo conto di una prospettiva non remota: la possibile riconfigurazione della Provincia di Cremona. Sono i sindaci delle due città però a incontrarsi, vicini territorialmente ma divisi da un confine che oggi non significa granché.

Quel che stupisce è che l’iniziativa dell’assessore regionale Gianni Rossoni (Pdl), che parla poco e perlopiù di una unione fra Cremona e Piacenza, ipotesi considerata anche dal presidente della Provincia di Cremona Massimiliano Salini. Nessuno dei due tiene conto di un fatto di discreto rilievo, ovvero che fra Cremona e Piacenza non passa solo un confine provinciale di un certo discutibile (si sa per che secoli Castelvetro e Cremona sono stati un solo conglomerato urbano, spezzati dalla crudeltà della geografia politica del secolo scorso), bensì un confine regionale!

E’ così: c’è confine regionale tra Piacenza e Cremona, ovvero quello fra Emilia Romagna e Lombardia, come ognun sa. Malgrado quest’ostacolo, che richiederebbe di riconfigurare due regioni italiane, con un iter complicatissimo, i presidenti delle Province di Cremona e Piacenza (Salini e Trespidi) hanno dialogato in proposito, e lo stesso Gianni Rossoni pare non avere altra prospettiva che buttare Cremona  fuori dalla Lombardia, forse perché il centrodestra cremonese non è abbastanza credibile.

Ma dico: che scherzi sono? Fortunatamente intervengono i sindaci, eletti direttamente da cittadini che li conoscono. Destra o sinistra che sia, nei Comuni il rapporto con il sindaco esiste ancora.

Ed esiste anche a Casalmaggiore, con la possibilità che Claudio Silla (Pd), sindaco assai impegnato anche nella battaglia per l’acqua pubblica: la cittadina casalasca potrebbe unirsi al Mantovano (non col Parmense per lo stesso motivo: c’è un confine regionale), sfasciando così la provincia di Cremona che in compenso si sta costruendo una sede nuova, non si capisce bene perché, visti i gravi problemi che assillano i cittadini del ceto medio basso, quelli che di solito pagano le tasse.

Segue il comunicato congiunto dei sindaci di Crema Stefania Bonaldi e

Rapporti di collaborazione sempre più stretti tra i due territori,
anche nella prospettiva di un ridisegno delle Province,

al centro del confronto tra i sindaci di Lodi e Crema

Consolidare e sviluppare la collaborazione già in essere su molti temi tra le due città ed i relativi territori, valutando se e come queste sinergie possano favorire anche la definizione
di un nuovo modello di organizzazione dei servizi amministrativi e del sistema di rappresentanza istituzionale, alla luce del processo di revisione delle circoscrizioni provinciali innescato dal decreto legge sulla “spending review”, che all’articolo 17 prospetta la “soppressione e razionalizzazione delle Province e loro funzioni”.
Su questo argomento si sono confrontati questa mattina, nel corso di un incontro a
Palazzo Broletto, i sindaci di Lodi e Crema (Lorenzo Guerini e Stefania Bonaldi) ed i consiglieri regionali Fabrizio Santantonio ed Agostino Alloni. <<Le relazioni tra gli enti locali di Lodigiano e Cremasco sono da sempre intense e proficue, favorite dalla contiguità territoriale e dalla omogeneità sociale, economica e culturale – osserva Guerini – Questo rapporto rappresenta quindi una base solida e naturale per avviare un confronto che si ponga doverosamente l’obiettivo di comprendere
come questa collaborazione possa collocarsi nel contesto del ridisegno degli ambiti territoriali ai quali è attribuito lo status di Provincia, sia per quanto riguarda l’ente in se stesso che in merito alla dislocazione sul territorio dei servizi decentrati della pubblica amministrazione>>.
<<Questo intento di rafforzare i legami di collaborazione tra Lodi e Crema è valido
indipendentemente dalla circostanza che vede i due territori coinvolti nella ridefinizione
delle Province – sottolinea Bonaldi – ma a maggior ragione si rende opportuno lavorare
insieme nel momento in cui si delineano prospettive di cambiamento i cui contorni devono
ancora essere dettagliati, ma di cui i nostri territori vogliono essere protagonisti,
individuando soluzioni che possano rispondere al meglio agli interessi ed alle esigenze
delle nostre comunità, che innanzitutto chiedono servizi, buona amministrazione e tempestività di risposte. Non si tratta di tracciare a tavolino i confini di un nuovo ente locale o di “annettere” un territorio ad un altro: siamo davvero molto lontani da questa logica, e nell’incontro di oggi ne abbiamo avuto una dimostrazione chiara, con il reciproco riconoscimento della volontà di coinvolgere ad un livello quanto più possibile articolato e profondo le realtà sociali ed istituzionali di Lodigiano e Cremasco, per costruire insieme un nuovo sistema di collaborazione, prima ancora che una semplice aggregazione di “numeri” o un nuovo soggetto istituzionale>>.
<<Intanto – ricorda Guerini – restiamo in attesa di conoscere i contenuti del
provvedimento del Consiglio dei Ministri con il quale saranno stabiliti i criteri per la
riduzione e l’accorpamento delle Province, che sappiamo faranno riferimento alla dimensione territoriale ed alla popolazione residente, non più anche al numero dei Comuni, come inizialmente si presumeva. Secondo la tempistica indicata nel decreto legge sulla “spending review”, questa deliberazione del Governo deve essere emanata entro dieci giorni dalla pubblicazione del decreto stesso sulla Gazzetta Ufficiale, il che indicherebbe nella giornata odierna la scadenza. A quel punto, l’iniziativa passerebbe al Consiglio delle Autonomie Locali, organismo di cui in Lombardia sono vice presidente. In quel contesto, il tema della collaborazione tra Lodigiano e Cremasco troverà senz’altro una collocazione opportuna, anche se non possiamo sapere ora in che forma e con quale esito. L’intento, che anche oggi abbiamo condiviso, coerentemente a quanto era già emerso dai
riscontri delle iniziative in tal senso promosse fin dalle scorse settimane dai consiglieri
regionali Santantonio ed Alloni, è quello di avviare un percorso che abbia un respiro decisamente più ampio della semplice messa a punto di una “difesa” dal rischio di perdere la Provincia: autonomia amministrativa e servizi decentrati sono certamente valori importanti, ai quali siamo convinti che le nostre comunità non vogliano rinunciare, ma sbaglieremmo grossolanamente se riducessimo questa grande sfida, che può rappresentare un’opportunità, ad una questione di righello e pallottoliere per soddisfare dei requisiti geografici e demografici>>.
(16-07-2012)

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