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Regione Lazio, nuova legge a supporto delle vittime d’usura. Intervista al dott. Mignacca

Creato il 23 ottobre 2015 da Nerocronaca

ROMA – La proposta di legge n.64, che prevede aiuti ed indennizzi per le vittime d’usura, è stata approvata all’unanimità dalla Regione Lazio in data 8 Ottobre. Ai fini di valutare la proposta, è stata presentata una relazione del dott. Fabrizio Mignacca, psicologo psicoterapeuta che parte dell’Unità Prevenzione e Analisi Criminologica.

NeroCronaca ha intervistato il dott. Mignacca sul tema dell’usura e sulla nuova legge regionale.

La nuova legge che prevede aiuti e indennizzi per le vittime d’usura è stata approvata dalla Regione Lazio anche grazie al suo contributo. Quali sono i punti fondamentali della sua relazione?
«Sembra strano, ma in molti punti la vittima d’usura diventa psicologicamente dipendente dall’ usuraio, non solo economicamente, tanto da accettare le assurde condizioni in cui poi viene ridotto. Inoltre, il fenomeno presenta una recidiva molto alta. E’ chiaro che non bastano solo aiuti economici alle vittime, ma serve anche un sostegno psicologico per affrancarsi totalmente da questo processo di riduzione in schiavitù».

Il sostegno psicololgico delle vittime è fondamentale. Secondo lei, in Italia, questo supporto è venuto a mancare fino ad oggi?
«Non c’è mai stato, perché in Italia, ed in generale in Occidente, si cura il sintomo e non la malattia. È un sistema dell’emergenza in cui si è trasformato l’assistenzialismo e la solidarietà che crea ulteriore dipendenza».

Cosa contraddistingue, a livello psicololgico, le vittime d’usura?
«Una persona vittima di usura difficilmente si rende conto realmente di essere stata schiavizzata e ridotta a non avere volontà. Spesso, nel profondo, vengono scatenate reazioni antiche di dipendenza, quasi una sindrome del carceriere. Questo poi potrebbe generare la recidiva, cioè la necessità di rivolgersi a questi strangolatori proprio perché si è subito un vero e proprio “lavaggio del cervello”».

Quali sono le conseguenze psicologiche del vivere in costante paura per le ritorsioni legate all’usura?
«Non sono le ritorsioni a far paura ad un certo punto, ma la consapevolezza che il proprio destino è legato alla volontà altrui e che se non c’è un “carceriere” allora non si potrà vivere: è una condizione di estrema sofferenza».

Cosa bisognerebbe fare, secondo lei, per risolvere il problema della “paura di denunciare”?
«Non esiste la paura di denunciare se si ha la volontà a farlo. Se non c’è la necessità di riprendere in mano la propria situazione non solo economica, l’usura distrugge le persone, le famiglie, ne limita le possibilità in relazione all’ individuo ed alla sua possibilità di determinarsi. La paura di denunciare manca quando manca la volontà ed il coraggio di poter essere diversi da come si è».

Vi è un rapporto tra usura ed evasione fiscale? 
«Francamente non saprei rispondere , penso che ci siano copiose statistiche a riguardo, ma una cosa mi fa riflettere: l’evasione fiscale e l’usura rappresentano il sommerso, una realtà oscura che striscia nella società, e che voltare le spalle o fare finta che la cosa riguardi altri, non risolve il problema».

Cosa pensa della nuova legge della Regione Lazio?
«Penso che sia una di quelle leggi ispirate a principi costituzionali, non a caso è stata approvata da tutto il consiglio regionale. Ha trovato tutti d’accordo. Ripenso agli articoli 2 e 3 della Costituzione e penso che questa legge sia una delle forme più ispirate ad essi».

Quale potrebbe essere il passo successivo? Cosa potrebbe aiutare maggiormente le vittime
«Adesso l’ istituzione ha scommesso su se stessa, deve farsi trovare pronta perché con una legge solidale, che aiuta invece di affossare, obbliga all’ iniziativa. La Regione Lazio garantisce che con essa si può uscire a 360° dal problema usura. Spero proprio che l’attuazione avvenga nel minor tempo possibile perché di certe cose non basta parlarne. Il coraggio, per primi, lo devono mettere gli amministratori».

Alessia Malachiti


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