Magazine Diario personale

Relazioni over 40

Da Lametamela @CristinaTinozzi

Quando le relazioni iniziano dopo una certa età, diciamo intorno e dopo i 40, il grosso problema è quello di cercare di incastrare due vite piene, strutturate e affollate.

Affollate di un passato più o meno ingombrante, di amici conosciuti nel corso del tempo, di hobby coltivati negli anni, di abitudini consolidate difficili da sradicare e di ferite, il più delle volte ancora aperte.

Il punto è che non si puo’ cercare di portare l’uno nella vita dell’altro. E questo, purtroppo, è quello che cerchiamo di fare tutti e credo sia profondamente sbagliato.

Alla nostra età, come prima cosa, bisogna costruirsi una nuova vita insieme. Fatta di cose nuove condivise l’uno con l’altra, che si distacchino un po’ da tutto quello che si faceva prima. “Non vivere la sua, non vivere la mia, ma vivere la nostra”.

Nel primo periodo della relazione, anche gli amici devono essere messi un pochino da parte e, se sono veri amici, capiranno.

Poi, una volta costruito quel famoso “noi”, allora si può piano piano reintegrare  il resto, forti del fatto che si possa partire da una base solida. Ma, per evitare conflitti e per evitare che inevitabilmente l’uno si annulli nella vita dell’altro, è molto importante costruirsi questo “NOI”.

E per farlo bisogna mettersi in gioco, rischiare, lasciare vivere le emozioni, abbandonare le proprie paure. Oggi ci sono uomini alla soglia dei 50 che credono che la realizzazione della vita sia possedere un bel suv (come simbolo di potere), avere una moto (come promemoria di una giovinezza mai dimenticata) e avere abbastanza amici da non rimanere mai soli (come scialuppa di salvataggio da una solitudine inevitabile che sono convinti di non temere). E sapete una cosa? Mi fanno sorridere. La vita non è vita senza la voglia di costruirsi una propria famiglia, che sia fatta anche da un nucleo di due persone, o di un progetto umano volto magari alla nascita di un figlio o di qualcosa che vada oltre il solo accumulo di cose materiali. Ma come si fa a pensare di essere felici cosi? Chi lo fa è un egoista che non vuole rinunciare neanche a un pezzetto di se stesso per poterlo dare a qualcun altro. E li vorrò vedere quando non saranno più affascinanti e piacenti, quando inevitabilmente si indeboliranno o magari si ammaleranno e non avranno nessuno accanto che si prenderà cura di loro. Mi fanno quasi tenerezza le persone che sono convinte di essere in grado di poter stare sole per sempre e che hanno l’arroganza di pensare di potercela fare così. Purtroppo soffriranno tantissimo dopo e rimpiangeranno di non aver colto quelle cose meravigliose che la vita man mano, aveva offerto loro durante il cammino. Perché non sarà la solitudine ad ucciderli, ma i rimpianti.

Crearsi il proprio nucleo famigliare, o quantomeno tentare di farlo anche se poi si “fallisce”, è l’anima della vita ed è cosi che i nostri predecessori hanno portato avanti un mondo ed è così che noi siamo nati o neanche esisteremmo. Se fossero tutti così individualisti l’essere umano si estinguerebbe.

La mia migliora amica (28 anni) l’altro giorno mi ha detto, con una semplicità quasi disarmante, che noi 40enni siamo tutti dei “cagasotto” che sopravvivono in qualche modo in un’attesa infinita di qualcosa che non arriverà mai. E non arriverà mai perché le cose bisogna andare a prendersele, non basta aspettarle. Perché bisogna scendere a compromessi, lottare, aiutarle e farle durare; scendendo in strada, non osservando il mondo dalla finestra. E troppo spesso facciamo in modo che le paure del passato interferiscano nei sogni del futuro. E una persona meravigliosa di recente me lo ha fatto capire e non la ringrazierò mai abbastanza, perché magari ha sul momento toccato una ferita che faceva ancora male (aprendo inevitabilmente un vaso di Pandora pieno di lacrime), ma dall’altra mi ha riaperto gli occhi al mondo. E non ti accorgi di quanto la tua vista fosse appannata finchè  qualcuno non ti mette davanti una visione così lucida.

Le persone dovrebbero semplicemente ricominciare ad amare e farsi amare. E questo potrebbe davvero migliorare il mondo.

 

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