I Monologhi di Sana – Rubrica
Sentimenti violenti di ribellione,
rabbia contro repressione.
Fai esplodere il risveglio
a piena potenza
di cassa.
Risorge da echi
di sogni lontani
questa desertificazione della pietà.
Annientarsi nel flusso
della direzionalità.
Chiama potenza,
chiama violenza
questo risveglio prepotente.
Anfetamina di sogno,
felicità in gocce.
Corre lungo un cavo
che spezza il respiro
avvinghiandosi al tuo collo.
Adrenalina della sopravvivenza.
È esplosa quando non te la aspettavi più.
Volere.
È l’unico verbo ammissibile.
Distruzione e incalcolabilità.
I tuoi calcoli con me non funzionano.
Anomalia sfuggente a questo dannatissimo schema
che cerchi di costruirmi intorno.
Sono la tua anomalia.
Sono la tua anomalia.
Sono la tua anomalia.
E tu il mio veleno peggiore.
Ma se assunto in piccole dosi fin dall’infanzia
ciò che era mortale diviene antidoto.
Ti sono immune.
Schiava di niente,
amore di nessuno.
Un attimo di immenso costretto
in mani impure.
Canto di guerra
canto d’amore
le stesse note
per un caos emozionale
sanguinante e vivo.
Crudeli come il sole
della fine del mondo
con noi stessi
non possiamo darci
amore,
non sappiamo che darci
dolore
su larga scala.
Immemori.
Viviamo di scariche di memoria a breve termine.
Il nostro, è un immenso a scadenza.
Ma spingo oltre i limiti
la sopportazione del dolore
è una sfida con me stessa.
Plin-plon “La parte ancora integra è pregata di presentarsi al banco”
Non ci penso nemmeno.
Santissimo Caos, proteggimi dal male.
La mia anima è composta di
mille immagini proiettate su altrettanti
frammenti di specchio.
Nel vuoto ovattato del sempre
il Caso ha deciso di tingere
in scarlatto i miei sogni di crinolina.
E nella perfezione ricamata di imprevisto
è esploso questo incendio resistente.