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Rembrandt van Rijn e il Secolo d’oro

Creato il 29 febbraio 2016 da Artesplorando @artesplorando

Rembrandt van Rijn e il Secolo d’oro

Rembrandt van Rijn, ronda di notte

Le grandi rivoluzioni borghesi d'Europa furono tre: quella del Duecento comunale italiano, quella parigina del 1789, e quella di mezzo, che fece degli abitanti delle Provincie Basse dell'Olanda dei veri protagonisti della politica e degli affari mondiali. Tutte queste accelerazione della storia comportarono anche un cambiamento radicale della comunicazione e, naturalmente, della pittura. Rembrandt si trovò a nascere e a crescere proprio in quel periodo burrascoso che dalla guerra degli Ottat'anni portò al trattato di Vestfalia che sancì l'indipendenza dei Paesi Bassi dagli spagnoli.
Rembrandt Harmenszoon van Rijn nacque il 15 luglio 1606 nella città universitaria di Leida, nello stesso anno in cui ad Amsterdam prese vita la prima banca centrale d'Europa.
Figlio di Harmen Gerritsz van Rijn, mugnaio benestante di religione calvinista e di Cornelia Willemsdochter, figlia di un fornaio. Rembrandt era il penultimo di ben sei figli e probabilmente il nome che gli venne dato derivò da quello della nonna materna, appartenente a una nota famiglia di Leida convertitasi dal cattolicesimo al calvinismo.
Crebbe proprio in quegli anni una borghesia calvinista che divenne protagonista nella politica europea: per questi mercanti, soldati di mare e di terra, l'agiatezza era la dimostrazione della benevolenza divina e la correttezza negli affari un comandamento fondamentale.
La ricchezza venne vissuta da questi nuovi borghesi senza vergogna, all'interno delle case private, ma anche nelle stanze delle associazioni professionali e dei municipi con una grande abbondanza di opere dipinte che esaltarono l'etica di una nuova classe sociale ormai egemone. Se nelle chiese l'immagine venne abolita, nelle case private abbondarono narrazioni ironiche, nature morte esaltanti, passando da una ritrattistica del quotidiano alla rappresentazione mista dei temi mitologici e delle figure della religione.

Rembrandt van Rijn e il Secolo d’oro

Rembrandt van Rijn, Betsabea con la lettera di Davide

Ma torniamo al pittore: Rembrandt trascorse gli anni della sua infanzia nella città natale e abitò nella casa di proprietà della famiglia, nella Weddesteeg. Dal 1613, per circa sette anni, il giovane artista frequentò la Latijnse School di Leida. Il 20 maggio del 1620 si iscrisse all'università, sempre a Leida, abbandonandola forse dopo pochi mesi. Comunque è certo che per volere dei genitori, l'artista ricevette un'approfondita educazione teologica, classica e storica.
Abbandonata l'università, Rembrandt divenne allievo, per poco meno di tre anni, di Jacob Isaacszoon van Swanenburch, pittore stabilitosi a Leida dopo il 1617, in seguito a un lungo soggiorno in Italia. Rembrandt rimase scarsamente influenzato dallo stile del maestro e all'inizio del 1624 andò ad Amsterdam, presso lo studio di Pieter Lastman, uno tra i più quotati pittori olandesi di genere "storico": Lastman forse entrò in contatto con Caravaggio e con alcuni caravaggeschi, durante una sua permanenza in Italia.

Rembrandt van Rijn e il Secolo d’oro

Rembrandt van Rijn, donna che si bagna in un ruscello

Sempre nel 1624 Rembrandt tornò a Leida e aprì uno studio tutto suo nella casa natale. I soggetti delle sue prime opere sono tutti tratti dalla Bibbia o dal filone storico, risentendo dell'influenza di Lastman. Uniche eccezioni, due piccoli ritratti della madre e una testa di soldato. In questo periodo si associarono a Rembrandt, ancora molto giovane, ma già abbastanza noto, diversi artisti: Jan Lievens, Dou Jondreville, de Rousseaux e Van Spreeuwen. Nel 1631 Van Vliet e Van der Leeuw eseguirono le prime incisioni dai dipinti dell'artista e nello stesso anno Rembrandt iniziò a espandere la sua attività ad Amsterdam, associandosi con il mercante d'arte Heyndrick van Wylenburch.
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Nel 1634 altro evento chiave nella vita dell'artista che sposò in quell'anno la figlia del sindaco di Leeuwarden, Saskia van Uylenburch. Il pittore entrò così in una nuova fase della sua carriera, definita "barocca", perché nelle opere di questi anni prevalse il movimento, gli effetti luce-ombra e lo studio psicologico dei personaggi. Verso il '36 l'artista raggiunse l'apice della sua carriera e il suo studio vide l'arrivo di sempre più allievi, desiderosi di apprendere dal maestro. Rembrandt si trasferì in una grande e sontuosa casa ai margini del quartiere ebraico ed ebbe l'occasione di ammirare e studiare due quadri di Tiziano che influenzarono la sua arte successiva.
Diventato ricco e famoso, l'artista poté coltivare la sua passione per il collezionismo, impiegando per questo una notevole fortuna, cui si aggiunse, nel 1640, l'eredità dopo la morte della madre. Da borghese autentico, Rembrandt amò gli oggetti, gli uomini e la luce che li circonda.
Nel settembre del 1641 nacque il figlio Tito e l'anno seguente la moglie Saskia, gravemente ammalata morì prematuramente. Gli autoritratti che il pittore realizzò in questo periodo sono densi nel colore e raffigurano l'autore in un'espressione seria. Rembrandt cominciò anche a interessarsi al paesaggio, interpretandolo, o in modo fantastico, o atmosferico, o drammatico, un esempio lo trovate QUI.

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Rembrandt van Rijn, autoritratto

Dal 1649 si può parlare di una nuova fase nell'attività del pittore ad Amsterdam: d'ora in poi egli tenderà a una maggiore semplicità formale e a un sempre maggiore studio dell'espressione a scapito però del movimento. La sua vita privata fu segnata in quegli anni da una nuova compagna, Hendrickje Stoffels e da liti e controversie con la nutrice del figlio Tito, complicate dopo il 1650 da una difficilissima situazione finanziaria. Nel 1656 rinunciò formalmente ai suoi beni in favore dei creditori e, quando la Camera dei fallimenti fece un inventario delle sue sostanze, risultarono di sua proprietà opere d'arte, oggetti rari e curiosi. Per cercare di risollevare la situazione nel 1660, il figlio Tito, ormai grande e la sua matrigna, avviarono un commercio d'arte. Ma nonostante questa nuova attività, la famiglia fu costretta a cambiar casa e a trasferirsi in una modesta abitazione nel quartiere popolare del Jordaan, nella città vecchia.
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Rembrandt continuò a ricevere alcune commissioni e, anche se si ritirò dall'attività artistica ufficiale, proseguì a esercitare quella di collezionista e di mercante e a godere, tra gli esperti, di un notevole prestigio.
Nel luglio del 1663 morì anche la sua seconda moglie e ormai pochissimi allievi restarono nella casa dell'artista: tra questi il figlio Tito e Aert de Gelder. Rembrandt accentuò maggiormente l'aspetto umano e reale reso con estrema semplicità di mezzi e con un'attenzione particolare per l'espressione dei volti e per le mani. Di questi ultimi anni sono i ritratti di familiari, amici e conoscenti ma sopratutto numerosi autoritratti tra cui si ritrovano i più belli mai realizzati dall'artista.

Rembrandt van Rijn e il Secolo d’oro

Rembrandt van Rijn, autoritratto con due cerchi

La pittura per Rembrandt fu la sua vita stessa, esaltata da giovane, bulimica negli anni del successo, depressa dopo il fallimento finanziario conseguente alla sua avidità collezionistica.
Questo grande artista riassunse in modo emblematico la sua epoca e ne narrò la tensione profonda con tale vigore da essere diventano un simbolo che la rappresenta: il Secolo d'Oro, un lungo periodo di scontri, fra pace fredda e cannonate, durante il quale il commercio, le scienze e le arti olandesi furono tra le più acclamate del mondo.
Dopo aver ritratto la famiglia dell'amato figlio Tito nel 1668, concluse la sua vita di artista e di uomo, spegnendosi il 4 ottobre del 1669.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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