Quantum Break è tornato a mostrarsi con un nuovo video, spostandosi definitivamente al 2015 ma promettendo ulteriori notizie alla Gamescom
Che ci fosse una volontà di sfondare i limiti del medium videoludico in quel di Remedy Entertainment appariva già chiaro nelle produzioni precedenti a quest'ultimo Quantum Break, e non è un caso che "l'esperienza Remedy definitiva" - come Sam Lake e compagni amano definire la nuova produzione in corso d'opera per Xbox One, facendo salire spasmodicamente i livelli di attesa dei numerosi fan dello studio finlandese - sia proprio caratterizzata da un connubio tra videogioco e serie televisiva, personaggi digitali e attori in carne e ossa.
Un'ibridazione mediatica che sicuramente punta alla spettacolarizzazione dei contenuti ma che non dubitiamo parta anche da un'esigenza narrativa, perché gli sviluppatori non sono nuovi a soluzioni di questo genere. Viene in mente l'iconica texture della faccia di Max Payne tratta direttamente dal volto di Sam Lake e il taglio cinematografico con cui viene raccontato il suo drammatico incedere, ma anche la commistione tra modelli poligonali e attori, tra gioco e serie TV vista anche in Alan Wake, dove lo schermo televisivo, con i suoi personaggi "reali", era il punto di passaggio verso una dimensione alternativa in bianco e nero e bassa definizione, paradossalmente onirica e irreale rispetto al piano "vero", in alta definizione e a colori, del gioco. La televisione di Alan Wake era dunque un varco tra piani dimensionali che si inseriva perfettamente nel background soprannaturale del gioco e il contrasto tra i diversi modi di mettere in scena i contenuti della storia era quantomai voluto e marcato. Ben diverso è invece l'intento della serie televisiva collegata a Quantum Break, parte integrante della progressione narrativa e cerniera tra gli eventi del gioco, anche in base al particolare sistema dei Junction Point. Questi ultimi sono i momenti topici nei quali i giocatori possono attivamente influire nel corso della storia giocando con i paradossi temporali.Nelle puntate precedenti
Quantum Break è dunque un "cinematic action game", come lo definisce Remedy, un gioco d'azione dal taglio cinematografico che punta a far convergere il videogioco moderno di grosso calibro con l'imperante trend del telefilm di alto profilo, cercando di prendere gli elementi positivi di entrambi gli universi e fonderli in maniera quanto più omogenea possibile, in una missione non facile. Non è ancora possibile avere le idee molto chiare al riguardo, perché di fatto le informazioni sono arrivate col contagocce in questo lungo anno e i materiali ancora più raramente, ma qualcosa possiamo ricostruire in base a quanto emerso. L'idea è che le componenti puramente videoludiche siano incentrate soprattutto sull'azione, con le reiterate dichiarazioni degli sviluppatori sulla volontà di partire dal gameplay per costruire un gioco fondamentalmente divertente e coinvolgente, che pur puntando molto sulla narrazione non perda di vista il ritmo e l'azione ludica.
Oskari Hakkinen ha riferito chiaramente che un buon gioco deve basarsi necessariamente su un gameplay solido, a maggior ragione un titolo che ha l'aspirazione d'essere "il gioco Remedy definitivo". Al livello strutturale, Quantum Break è uno sparatutto in terza persona con coperture, sul quale si innestano delle implicazioni spazio-temporali che immettono elementi sovrannaturali in quello che sembra a prima vista un classico thriller d'azione. Per quanto riguarda le meccaniche shooter il team può contare ormai su una notevole esperienza, a cui si aggiunge il fascino dell'imprevisto dato dall'immissione nel gioco delle deformazioni temporali e un'evoluzione tecnologica nella reazione di personaggi ed elementi dello scenario dovuta al nuovo motore grafico proprietario utilizzato e dalla tecnologia Digital Molecular Matter, che consente di incrementare l'interazione con gli ambienti e simulare in maniera realistica la distruzione e la reazione degli elementi di scenario alle sollecitazioni.Quantum Break - Trailer in attesa della Gamescom 2014
Coming (not so) soon
"Il gioco è incentrato sugli eroi, lo show racconta la storia dei cattivi", ha spiegato Sam Lake nel nuovo video rilasciato in questo clima di pre-E3, spiegando che in Quantum Break si interpreta il ruolo di Jack Joyce nella sua disperata lotta per fermare una frattura spazio-temporale che minaccia di distruggere il mondo, mentre la "serie televisiva" si incentra sulle trame e i giochi di potere all'interno di Monarch, la corporazione contro cui Jack combatte. L'idea degli sviluppatori è dunque quella di consentire, in questo modo, una visione opposta a quella standard del protagonista, completando il quadro della storia, mettendo in scena gli eventi anche dal punto di vista dei villain e in particolare del carismatico Paul Serene, altro personaggio in grado di manipolare il tempo.
È una soluzione che amplia lo spettro visivo oltre la classica prospettiva incentrata sul singolo protagonista, che lascia intravedere una possibile profondità della trama con ribaltamenti di fronte e cliffhanger al termine dei vari atti in cui è suddiviso il gioco, inserendo anche una certa ambiguità nella caratterizzazione dei personaggi: cercando di evitare forse una standardizzazione, la scelta di far passare il punto di vista da una fazione all'altra può aiutare a costruire figure più complesse, facendo luce sui diversi intenti che le animano. Anche in questo caso bisogna affidarsi a supposizioni, così come per quanto riguarda il funzionamento preciso della connessione gioco-show, altro elemento che ancora non è stato esplicitato ma che in base a quanto emerso finora suggerisce notevoli possibilità di variazione sulla storia, in base alle scelte dei giocatori. I "junction point" sono i momenti topici nei quali siamo chiamati a scegliere il percorso da seguire, modificando il corso della storia e influendo anche sui contenuti dello show collegato, creando in questo modo diversi possibili sviluppi degli eventi.Un esperimento multimediale
Mantenere così separati il comparto strettamente narrativo e la base videoludica, rappresentati dalla serie televisiva e dal videogioco vero e proprio, rappresenta un approccio sperimentale tutto da valutare, ma anche indubbiamente interessante. Quantum Break va oltre la normale compresenza di scene d'intermezzo e sezioni di gameplay presentando di fatto due sezioni staccate: una che richiede il coinvolgimento attivo del giocatore, attraverso le modalità tipiche dell'interazione videoludica, e una prettamente passiva, come può esserlo il guardare una serie televisiva con attori in carne e ossa.
Più che spingere il videogioco verso codici e linguaggi appartenenti ad altri media, questa sembra piuttosto l'estrema evoluzione nella costruzione di sequenze d'intermezzo complesse e scenicamente potenti. La possibile frattura che potrebbe generarsi in seguito ad uno stacco così netto tra le due fasi di gioco dovrebbe essere mitigata dalla possibilità di agire sui contenuti filmici attraverso le scelte messe a disposizione dei giocatori nei junction point, mentre al livello stilistico la continuità tra il taglio cinematografico dello show e quello più tradizionalmente videoludico del gioco è assicurata da una grande attenzione al realismo dei personaggi e all'espressività di questi, raggiunta peraltro anche grazie ad un'avanzata tecnologia di motion capture utilizzata da Remedy. Riuscirà il team finlandese a trovare una sua soluzione convincente al rapporto storicamente difficile tra videogiochi e film? A fronte di grandi aspettative date dal fascino dell'idea alla base di Quantum Break e di quanto mostrato finora permangono anche molti interrogativi intorno alla particolare soluzione ibrida scelta da Remedy per mettere in scena la loro nuova esperienza, domande che purtroppo dovranno rimanere in sospeso ancora per un po'. Il gioco per Xbox One è infatti ora previsto ufficialmente per il 2015, mentre una sua presentazione più estesa è stata annunciata per la Gamescom 2014, in scena dal 14 al 17 agosto.