Lola Montès
di Max Ophuls
con Martine Carol, Peter Ustinov,
Anton Walbronk, Ivan Desny
Drammatico, 140 min., Francia, Germania Ovest,
Lussemburgo 1955
****
Ascesa e declino di Maria Dolores Porriz y Montès, conosciuta come Lola Montès, che da amante di un gran compositore e di un regnante finisce per fare l’attrazione in un circo che usa la sua storia come filo conduttore per un magnificente spettacolo. Ophuls, alla sua ultima regia, sfrutta la parabola discendente di Lola come grande metafora per criticare una società che si stava progressivamente votando al divismo e al Dio denaro. Tecnicamente ineccepibile: la macchina da presa “danza”.
Quel treno per Yuma
di James Mangold
con Russell Crowe,
Christian Bale, Logan Lerman, Dallas Roberts
Western, 117 min., USA, 2007
*** ½
Dan Evans (Bale), coltivatore in serie difficoltà economiche, contribuisce alla cattura del fuorilegge Ben Wade (Crowe). Accetta, un po’ per sopravvivenza un po’ per riscattarsi da un passato che preferisce nascondere, la buona cifra di 200 dollari per condurre e caricare il malvivente sul treno diretto alla prigione di stato che passa da Yuma. Ma la banda di Wade farà di tutto per liberarlo mentre il loro rapporto si trasforma in profonda stima. Western dai ritmi attualizzati che non recide il cordone ombelicale con le peculiarità del genere per un risultato gradevole ma frenato nel finale, dove tutto si risolve. Buona la recitazione di Crowe e Bale.
Henry
di Alessandro Piva
con Carolina Crescentini, Claudio
Gioè, Aurelien Gaya, Pietro De Silva
Noir, 86 min., Italia, 2010
**
Tratto dall’omonimo romanzo di Giovanni Mastrangelo (Einaudi, 2006), il film parla di una storia di traffici di droga ambientata a Roma. Lì il male corrompe tutto, anche in chi ha il dovere di far rispettare la legge. Pur sfruttando un tema di per sé interessante, Piva manca il bersaglio perdendosi in ghirigori stilistici che smorzano l’incisività della storia. Tutto rimane così, spudoratamente, a livello superficiale.





