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Remember Us. Lola Montès, Quel treno per Yuma, Henry

Creato il 07 marzo 2014 da L'Immagine Allo Specchio
Remember Us. Lola Montès, Quel treno per Yuma, Henry Lola Montès  di Max Ophuls  con Martine Carol, Peter Ustinov, Anton Walbronk, Ivan Desny  Drammatico, 140 min., Francia, Germania Ovest, Lussemburgo 1955  **** 
Ascesa e declino di Maria Dolores Porriz y Montès, conosciuta come Lola Montès, che da amante di un gran compositore e di un regnante finisce per fare l’attrazione in un circo che usa la sua storia come filo conduttore per un magnificente spettacolo. Ophuls, alla sua ultima regia, sfrutta la parabola discendente di Lola come grande metafora per criticare una società che si stava progressivamente votando al divismo e al Dio denaro. Tecnicamente ineccepibile: la macchina da presa “danza”.
Remember Us. Lola Montès, Quel treno per Yuma, Henry Quel treno per Yuma  di James Mangold  con Russell Crowe, Christian Bale, Logan Lerman, Dallas Roberts  Western, 117 min., USA, 2007  *** ½ 
Dan Evans (Bale), coltivatore in serie difficoltà economiche, contribuisce alla cattura del fuorilegge Ben Wade (Crowe). Accetta, un po’ per sopravvivenza un po’ per riscattarsi da un passato che preferisce nascondere, la buona cifra di 200 dollari per condurre e caricare il malvivente sul treno diretto alla prigione di stato che passa da Yuma. Ma la banda di Wade farà di tutto per liberarlo mentre il loro rapporto si trasforma in profonda stima. Western dai ritmi attualizzati che non recide il cordone ombelicale con le peculiarità del genere per un risultato gradevole ma frenato nel finale, dove tutto si risolve. Buona la recitazione di Crowe e Bale.
Remember Us. Lola Montès, Quel treno per Yuma, Henry Henry  di Alessandro Piva  con Carolina Crescentini, Claudio Gioè, Aurelien Gaya, Pietro De Silva  Noir, 86 min., Italia, 2010  ** 
Tratto dall’omonimo romanzo di Giovanni Mastrangelo (Einaudi, 2006), il film parla di una storia di traffici di droga ambientata a Roma. Lì il male corrompe tutto, anche in chi ha il dovere di far rispettare la legge. Pur sfruttando un tema di per sé interessante, Piva manca il bersaglio perdendosi in ghirigori stilistici che smorzano l’incisività della storia. Tutto rimane così, spudoratamente, a livello superficiale.

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