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Remember Us. Professione: reporter, L'esercito delle 12 scimmie, Le conseguenze dell'amore
Creato il 09 aprile 2014 da L'Immagine Allo SpecchioProfessione: reporter (The Passenger) di Michelangelo Antonioni con Jack Nicholson, Maria Schneider, Steven Berkoff Drammatico, 119 min., Francia, Italia, USA 1975 **** David Locke (Nicholson), reporter in Africa per un servizio sui guerriglieri, trova il suo vicino di camera morto per infarto e, stanco della vita che stava fino a quel momento conducendo, decide di assumerne l’identità. Ma l’uomo era un trafficante d’armi. Tematiche da thriller ma svolgimento lineare per un film esistenzialista dove Antonioni indaga il rapporto tra l’uomo, i limiti dell’autodeterminazione e la solitudine, accentuata da un apparato figurativo magnifico, che sfrutta ambientazioni che vanno dal deserto africano alla Spagna brulla o surreale di Gaudì. Leggendario il piano sequenza finale lungo 7 minuti. L’esercito delle 12 scimmie (Twelve Monkeys) di Terry Gilliam con Bruce Willis, Madeleine Stowe, Brad Pitt, Frank Gorshin Thriller/Fantascienza, 129 min., USA, 1995 *** Nel 2035 l’umanità vive sotto terra per paura di un virus che nel 1997 ha ucciso miliardi di persone. L’unica soluzione è quella di spedire una persona indietro nel tempo col compito di fermare sul nascere la diffusione della malattia. I dottori scelgono un ergastolano (Willis) che, nel suo viaggio nel passato, conoscerà una psichiatra (Stowe), il figlio schizzato dell’epidemiologo che ha prodotto il virus (Pitt) e riuscirà a dare un senso all’incubo che lo perseguita. Il talento visionario di Gilliam è indiscutibile ma il film, a conti fatti, sembra un già visto soprattutto alla luce del suo capolavoro Brazil (1985). La storia, poi, risulta troppo arzigogolata e macchinosa per potersela godere fino in fondo. Le conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino con Toni Servillo, Olivi Magnani, Adriano Giannini, Raffaele Pisu Drammatico, 100 min., Italia, 2004 ** ½ Titta Di Girolamo (Servillo), contabile della mafia che vive in Svizzera per riciclare denaro sporco, si innamora della barista dell’hotel in cui vive. Per regalarle un auto sottrae dei soldi ai suoi “datori di lavoro” e ne paga le conseguenze. La cifra stilistica di Sorrentino si esprime in quest’opera al suo massimo grado: bellissimi movimenti di macchina valorizzano il nulla. Molte scene indecifrabili o scontate (il finale) e in quelle che rimangono non basta il perturbante (la scritta “Convegno sull’ipertrofia della prostata” che campeggia nella sala conferenze dove il protagonista subisce un processo sommario davanti ai boss mafiosi) per farci gridare alla geniale novità.
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