È incredibile come Malick riesca a parlare del rapporto che intercorre tra l’Uomo e la Natura in modo così naturale e convincente. Qui lo fa con la storia d’amore tra Pocahontas e John Smith. La particolarità è che le ambientazioni mutano in base al sentimento d’amore della protagonista. Fino a quando la bella si sente amata dall’avventuriero, l’azione si svolge tra i territori rigogliosi della Virginia. Quando lui decide di lasciarla per continuare il suo compito di esploratore lei si lega a John Rolfe e, trasferitasi in Inghilterra, si muove tra le geometrie di un giardino all’italiana.
Kyle (Favreau) si deve sposare con Laura (Diaz) e gli amici di vecchia data gli organizzano un addio al celibato totalmente wild in quel di Las Vegas. Tra sesso e droga la situazione degenera. Sarà proprio vero che “quello che succede a Las Vegas rimane a Las Vegas”? In questo caso l’ondata di omicidi sembra inarrestabile. Il film ricorda Piccoli omicidi tra amici e anticipa Una notte da leoni, ma qui i personaggi sono più “cattivi”, più “pazzi”, più “spudorati”. Colpo di scena choccante o finemente grottesco?
Ben Thomas (Will Smith), ricco ingegnere aerospaziale, è stritolato dal senso di colpa per aver provocato un incidente stradale in cui è morta la moglie e altre sei persone. Cosa fare per redimersi? La cosa più ovvia: salvare la vita a sette persone di indubbia moralità. Come? Lascio a voi la sorpresa. Qui basta aggiungere che Will Smith ha perennemente l'espressione da "cane bastonato", la Dawson è brava, l’alchimia tra i due personaggi che interpretano funziona. Per il resto (ovvero una buona parte del film) siamo di fronte ad un’accozzaglia di situazioni lacrimose e luoghi comuni che ci restituiscono la sensazione di essere stati “violentati” emotivamente.