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Renato Fucini, L’eredità di Vermutte -6/6

Da Paolorossi
- E quella donnaccia e que' ladri arricchiti de' su' parenti avranno ogni cosa! E nessuno lo sa quello che si patisce! e nessuno ci vede, e nessuno ci compiange perchè l'onore preme a tutti e si ha vergogna di portare la nostra miseria a mostra per le vie. - Vermutte canta - dice la gente - Vermutte è allegro; dunque gli affari di Vermutte vanno bene. - Altro, se vanno bene! Se chi dice a quella maniera mi potesse vedere nel core, cascherebbe in terra di picchio dallo spavento. Debiti! E poi chi li pagherà? L'affare delle vetture s'è ridotto a nulla con tutto questo seminìo di diligenze, di tranvai e di vapori. Avevo aperto una botteguccia di pentole, granate.... sa? un po' d'ogni cosa. Messero su la cooperativa, e m'è toccato chiuderla. Signor Filippo, Dio mi vede nell'anima: quelle creature che ho lasciato a casa e questo disgraziato che a sentirlo discorrere pare che voglia ammazzare bestie e cristiani, da jersera alle sette, ch'i' possa sprofondare se non è vero, siamo con una libbra di pane in tutti! Da jersera alle sette, sor Filippo; e ora, se non giudico male dal sole, si deve andar verso le tre e mezzo o giù di lì.Io lo guardavo senza fiatare, pensando a un visibilio di tristissime cose. Anche Vermutte si chiuse nel suo dolore e continuammo in silenzio la strada. A un tratto fummo scossi da una voce che gridava dietro di noi. Ci voltammo e si vide un ragazzo in lontananza, che correva facendoci segnali che si aspettasse.Io gridavo e lui non mi badava, e:Per fortuna ebbe a fermarsi per imbarcare il figliolo, e allora scesi lesto con un salto, per non correre il pericolo di rimanere in trappola. Ma lui mi si buttò addosso e voleva menarmi con sè ad ogni costo.E m'abbracciava, e mi strizzava; eppoi saltava addosso al ragazzo tutto bianco dagli svoltoloni fatti nella polvere, e giù: baci a josa, e scapaccioni e solletico.E senza accorgersene, in quel tempestìo, buttò lontano, con una manata, un pezzo di pane che il figliolo gli aveva portato e che gli porgeva perchè lo prendesse.Pareva impazzato.Se lo ficcò in bocca e, senza neanche accenderlo, senza ricordarsi di me che lo salutavo, saltò in legno, e, via, a perdita di fiato, verso casa.
- Mille lire! O il sigaro? Ah, eccolo qui.
- Raccattalo: lo mangio poi. Ora m'è passata la fame. La pipa. Un sigaro. Signor Filippo, me lo dà lei? Grazie. O le guide? O la frusta? O il ragazzo? O io?
( Renato Fucini, L'eredità di Vermutte, tratto da "All'aria aperta", 1897 ) - Mille lire! Dio del cielo!
- Signor Filippo, me n'ho per male. Se non viene a pigliare una sbornia con me, me n'ho per male da cristiano battezzato!
- Via, via, via!
- Toh! - disse Vermutte - è il mi' ragazzo maggiore. O questa?
- O babbooo.... - gridava scalmanato il ragazzo, da lontano.
- Che volevi?
- Tornate subito indietro.
- Che è stato?
- Dice mi' madre che vi cercano a casa del sor Augusto,... Dice che v'ha lasciato mille lire! - E cominciò a fare delle capriole in mezzo alla strada e a buttare il cappello per aria.
- Dio del cielo! - urlò Vermutte. E senza ricordarsi che io dovevo andare in padule, voltò a precipizio il cavallo, e:
- Ahu! ahu! via, via, via!...
- Sono le tre e venti.
- Glielo dicevo!

Pippo del Mugelli chiese a Terzilio un fuscello di granata e si mise a sfruconare il cannuccio della pipa, che gli s'era intasato; e, appena compiuta l'operazione, domandò che ore erano perché voleva andare a letto.

- Toh! o che è bell'è finita? - brontolarono gli ascoltatori che, adagio adagio, si erano affollati intorno al tavolino.

Pippo del Mugelli, sentendo che erano appena le nove e che pioveva a diluvio, ordinò un altro ponce e si rintanò a succhiarselo in un canto.

- O dunque? O Vermutte la bastonò la moglie! La bruciò la casa? O la sbornia da olio santo la prese?

- Se domani è una bella giornata - rispose Pippo, guardando in viso i più accaniti; - se domani è una bella giornata andate a domandarglielo.

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Fucini Renato Campagna, Fucini Renato, Maremma, Toscana, Tuscany

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