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Renato Fucini, Tipi che spariscono: Il dottor Prospero -2/4

Da Paolorossi

[...]
Ma torniamo dove eravamo rimasti. Una mattina, stanco dopo una lunga passeggiata, mi trovavo a riposarmi e a mangiare un boccone in una botteguccia di campagna nella quale si parlava di un pover'uomo, che abitava su nella stessa casa, gravemente ammalato di febbre tifoidea accompagnata da una polmonite doppia. Le critiche sul sistema di cura e le espressioni di trepidazione e di dubbio sulla sorte che si preparava a quella povera famiglia minacciata della perdita del suo unico sostegno,
si succedevano accalorate e piene di sconforto; quando comparve e si fermò davanti alla bottega il dottor Prospero, bianco di polvere e arrostito dal sole. Appena fermata la sua brenna, quasi invisibile dentro una nuvola di mosche e di tafanelli, si voltò in su e chiamò:
- O Rosa.
- Sor dottore - rispose la moglie del malato, affacciandosi alla finestra, nel tempo che di dentro si sollevò un pigolìo lacrimoso di bambini.
- Come sta cotest'uomo?
- Male, sor dottore, male dimolto.
- Ah, ah, ah! - Si udiva la voce fioca del malato il quale, sentendo parlare in quei termini della sua pelle, si lamentava.
- E allora - disse il dottore, aggrottando le ciglia - qui bisogna fare un esame minuto, bisogna vedere sul serio di che si tratta perchè non vorrei....; basta, ora si vedrà. - E alla donna che si era ritirata dalla finestra:
- O Rosa.
- Sor dottore.
- Affacciatevi, Rosa.
- Che mi diceva?
- Bisogna guardargli la lingua a cotest'uomo. Rosa. L'ha sempre rustica e appiccicosa come giovedì, oppure?...
- Veramente, stamani mi parrebbe un po' meno peggio del solito.
- O quelle screpolature che mi diceste l'altra settimana, ce l'ha sempre?
- Sissignore.
- Tosse dimolto?
- Ora no; ma stanotte non ha avuto pace un momento.
- Suda?
- Nossignore.
- O nella nottata ha sudato?
- Fino alla mezzanotte è stato in un mar di sudori; ma poi, ha avuto un bisogno, e m'è toccato scompannarlo tutto; e ora eccolo sempre qui colla pelle secca che pare una serpe.
- Non è nulla, Rosa. Poi vi dirò quello che gli dovrete fare per riattivargli la traspirazione alle acute. Ora seguitiamo il nostro esame e guardiamo se ci riesce d'orizzontarci con sicurezza perchè al terzo settenario.... cioè.... siamo al terzo o al secondo, Rosa?
- Badi, veh; la febbre, salvo errore, gli entrò, mi pare, la mattina del.... Si ricorda quando ribaltò la diligenza di Natale!
- Il dodici.... domenica a quindici.
- Sissignore. Dunque oggi s'entrerebbe...
- Nel terzo settenario....
- Nossignore; s'entrerebbe nella quarta settimana, perchè, badi: dodici e sette fa diciannove, diciannove e sette....
[...]

( Renato Fucini, Tipi che spariscono, tratto da "All'aria aperta", 1897 )

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