Rendere obbligatorie le primarie per formare la lista dei candidati (ma con un tetto alle spese)

Creato il 22 gennaio 2014 da Libera E Forte @liberaeforte

di Giovanni Palladino

La proposta Renzi/Berlusconi potrebbe naufragare alla Camera (dove è possibile richiedere il voto segreto) sul problema delle preferenze. È giusto che i nuovi parlamentari vengano ELETTI dagli elettori e non NOMINATI dal vertice dei partiti, come invece avveniva con il “porcellum”. Il problema si può risolvere rendendo obbligatoria, anziché facoltativa, la procedura delle “primarie”. In tal modo ciascun partito sarà costretto a organizzare una “sfida” democratica fra persone di qualità che ritengono di avere un certo consenso nella propria circoscrizione e che abbiano il desiderio di servire il bene comune, anziché di servirsi della poltrona conquistata

Ma ciò non basta. È anche necessario porre un tetto alle spese di ciascun candidato, per evitare che prevalga chi può spendere di più nella campagna per le “primarie”. Il Sen. Sturzo pose un limite di 600.000 lire nella sua proposta di legge del 1958, equivalenti a 7.500 euro odierni. Erano altri tempi, con i costi della pubblicità e del lavoro nettamente inferiori a quelli odierni. Un tetto ragionevole potrebbe essere fissato tra i 20.000 e i 50.000 euro a seconda della grandezza della circoscrizione.

Questo metodo di selezione della classe politica, oltre a essere più equo e più democratico rispetto all’attuale, darebbe anche una maggiore visibilità ai piccoli partiti, se dovessero attirare candidati di grande qualità e ben conosciuti a livello locale. Ciò è vero soprattutto oggi che la maggioranza degli elettori esige grande onestà e grande competenza dal mondo politico, un mondo screditato dal modo con cui nel passato si sono selezionati i parlamentari nelle “segrete stanze”. Una maggiore trasparenza democratica e un tetto alle spese sostenibili per partecipare alla “sfida” tra persone di qualità non potranno che fare un gran bene a questo mondo, più corrotto e più incompetente da quando vige il “porcellum”. La sua fine deve essere decretata da un sistema del tutto diverso, con il ritorno alle preferenze democratiche e di qualità


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