Magazine Economia

Rendimenti conti deposito, cosa accade con il QE?

Da Mrinvest

Rendimenti conti deposito, cosa accade con il QE?Recentemente annunciato dalla Banca Centrale Europea, il quantitative easing promette di ridurre ulteriormente la necessità di reperire liquidità all'interno del sistema bancario. L'obiettivo dell'istituto monetario è pertanto quello di inondare di nuova liquidità il mercato creditizio nazionale e internazionale, cercando di favorire le erogazioni creditizie nei confronti dell'economia reale. Ma cosa accadrà ai rendimenti dei conti deposito?

Iniziamo con il ricordare che, già oggi, i rendimenti dei conti deposito non sono certamente a livelli record, anzi. Attualmente la redditività dei conti deposito può solo lontanamente essere paragonata a quella che simili strumenti potevano ben offrire qualche anno fa, quando l'esigenza di reperire liquidità dalla clientela privata era ben superiore, e quando le banche cercavano di contrastarsi a vicenda applicando dei tassi di interesse particolarmente allettanti.

Oggi la situazione è cambiata. Le banche non hanno grande necessità di agire sui piccoli risparmiatori con politiche di raccolta convincenti e, pertanto, ne è conseguito un rapido ridimensionamento dei tassi di interesse sui conti deposito (che comunque continuano ad essere particolarmente convincenti se paragonati con prodotti di pari orizzonte temporale e pari propensione al rischio).

Stabilito quanto precede, è possibile osservare come si siano comportati alcuni dei principali istituti di credito leader nel comparto. Nei primi mesi del 2015 Che Banca, banca del gruppo Mediobanca, ha ad esempio abbassato i rendimenti del suo conto deposito dello 0,10%, con la conseguenza che l'orizzonte a temporale a 3 mesi rende lo 0,50% lordo, quello a 6 mesi lo 0,70% lordo, quello a 12 mesi l'1,10% lordo. Una riflessione particolarmente evidente sulla diminuita necessità di erodere la propria marginalità pur di fare utili.

Simile comportamento è stato applicato da Unipol, che ha portato in ribasso dello 0,10% i rendimenti del suo Time deposit a 3 e 12 mesi: il Time deposit con più breve scadenza oggi remunera lo 0,30%, mentre quello con scadenza più estesa può remunerare l'1% lordo. Per la scadenza dei 6 mesi, particolarmente gettonata, il rendimento è invece sceso dello 0,15% a quota 0,60% (sempre lordo).

Atteggiamento leggermente diverso per il Deposito Più di Credem. L'istituto di credito emiliano ha infatti preferito lasciare invariati i tassi di interesse su alcuni prodotti, scegliendo tuttavia di incrementare la scadenza temporale del vincolo, che passa da 3 a 4 mesi.

Insomma, nei prossimi mesi non è da escludersi che, anche in virtù dell'ondata di QE in arrivo, i rendimenti dei conti deposito possano ulteriormente essere limati al ribasso. Una annotazione che potrebbe tornare utile in capo a tutti coloro che proprio in queste settimane stanno valutando con particolare attenzione la congruità delle proprie scelte di investimento sui conti deposito, e che potrebbero approfittare di questa prima parte dell'anno per poter versare denaro sui conti vincolati, andando in tal modo a "congelare" la redditività sui tassi odierni, e ponendosi dunque al riparo da quello che accadrà in caso di ulteriore flessione della redditività sulle somme depositate presso le principali banche.

Naturalmente, la strategia complessivamente accertata poche righe fa non toglie impedisce a molti istituti di credito (soprattutto a quelli che desiderano incrementare quote di mercato e realizzare maggiori economie) di proseguire nella loro politica promozionale particolarmente aggressiva, a beneficio dei correntisti. Continueremo a informarvi, anche nei prossimi mesi, sulle principali alternative!


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog