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René Jules Lalique nasce nel 1860, a sedici anni bazzica già come apprendista nella bottega di un gioielliere parigino, frequenta il liceo artistico a Londra, poi torna a Parigi dove lavora come designer free lance per alcuni tra i più importanti gioiellieri del tempo, gente del calibro di Fouquet, Cartier, Boucheron. A venticinque anni è pronto per aprire una sua gioielleria e tra il 1897 e il 1898 presenta le sue opere alle grandi esposizioni universali, ma è all'Expo del 1900 che arriva la consacrazione ufficiale. I suoi gioielli Art Nouveau
si ispirano agli animali, insetti e pavoni, ma la vera novità sta nell'utilizzare materiali nuovi e non obbligatoriamente preziosi: vetro, smalto, madreperla, ma anche corno e cuoio. Il successo è grandissimo, Lalique piace alle grandi dame dell'aristocrazia e alle attrici più in voga. Disegna costumi di scena per Sarah Bernhardt e stringe amicizia con Calouste Gulbenkian, ricco magnate turco che lascerà in eredità al Portogallo la sua splendida collezione d'arte
con una consistente sezione dedicata proprio alla produzione di Lalique
Lalique usa molti materiali ma è la duttilità del vetro ad intrigarlo, e non soltanto nella fabbricazione di gioielli. Installa una sua vetreria e comincia a sperimentare. Sono elegantissime fusioni di vetro e metallo, calici in cristallo decorati con tralci d'uva e, prima per il profumiere François Coty e poi via via per molti altri, una serie di bottiglie, una più bella dell'altra. Con la prima guerra mondiale converte la produzione in articoli più consoni al momento: siringhe e barattoli per medicinali, ma in seguito torna a creare gioielli e oggetti. Il gusto è cambiato e i rigorosi geometrismi dell'Art Deco anni venti si uniscono alle sinuose lineee dell'Art Nouveau di inizio secolo. Nascono le famose lampade
(foto da qui)
ma anche i vasi, le ciotole, i candelieri, perfino il tappo per radiatori di automobili
(foto da qui)
Nel 1929 cura le decorazioni della sala da pranzo della prima classe nel transatlantico Normandie e l'allestimento del vagone ristorante dell'Orient Express
(in mostra l'anno scorso all'Institut du Monde Arabe, ma ad un prezzo talmente esagerato da farmi passare la voglia)
Muore nel 1945 e viene sepolto al Père Lachaise in una tomba decorata da un crocifisso, inutile dirlo, di cristallo opalescente
Su istigazione di questa guida
sono andata alla ricerca del suo Hôtel particulier al numero 40 di cours Albert Ier.
Ma della casa parleremo la prossima volta