Questa la vita e le avventure di René le Florentin, maestro profumiere alla Corte parigina di Caterina de' Medici, che si espande in egual misura tra storia e leggenda. I frati del convento di Santa Maria Novella in Firenze, giunti che furono in Francia al seguito di Caterina, affermavano, spesso entrando in cotraddizione con se stessi, che Renato Bianco fosse un trovatello cresciuto nel loro convento con mansioni di garzone.
Intorno ai 12 anni René fu assegnato al servizio di un'anziano frate alchimista che gli aveva impartito i principali segreti della distillazione delle erbe. Invidie, rancori ed antipatie personali, facevano mutare oltre modo, nei racconti dei frati, le vicissitudini del giovane che, alla morte del suo Maestro (qualcuno affermò che fu Renè stesso a porre fine alla vita del vecchio), si ritrovò con un bagaglio di conoscenze al di sopra di qualsiasi altro monaco del convento.
Di carattere ambizioso e desideroso di ottenere il successo con le essenze profumate che ormai sviluppava con eccelsa maestria, riusci a farsi ricevere dalla giovanissima Caterina dè Medici la quale, attratta dai profumi e dalla sua eloquenza, lo introdusse al proprio seguito come "Profumiere di fiducia".[...]
Le esplorazioni geografiche portarono poi alla scoperta di nuove essenze come la vaniglia che ancora oggi spopola nelle camerette delle teenagers e non solo.
Arrivato a Parigi al seguito di Caterina e in compagnia dell'astrologo Cosme Ruggieri, che ben presto si rese protagonista di efferati omicidi per avvelenamento, aprì una bottega di profumiere a Pont Saint Michel, una delle vie più eleganti della capitale sospesa su di un ponte.
Il negozio di René le Florentin, questo era ormai il termine con cui lo indendificavano i francesi, fu meta della migliore società parigina: le essenze profumate realizzate dal Maestro Renè divennero ben presto elemento imprenscindibile per la nobiltà cittadina. I profumi facilitavano i rapporti, rendevano gradevoli gli approcci, coprivano gli odori cattivi che una totale mancanza di igiene emanavano i nobili corpi. Che l'abitudine a lavarsi fosse un'usanza perduta da svariati secoli, comunque era comprensibile.
Fare un bagno particolarmente d'inverno in lussuosi, ma freddi e gelidi appartamenti dalle pareti marmoree, poco e mal scaldati, con spifferi d'aria ovunque, voleva dire rischiare una polmonite e quindi la vita. Per gli aristocratici, cosi come per i più poveri, era meglio tenersi addosso la sporcizia e sopportare il cattivo odore. Le essenze profumate di René le Florentin avevano risolto questo fastidioso problema. Anche la parte della vana nobiltà parigina più diffidente delle novità, che nella frequentazione della Corte trovava spesso l'unica ragione di esistenza, al fine di non rischiare di venire emarginata si era adattata al nuovo costume.
Le ricchezze di René erano divenute immense! Erano pari solo alle schiere di nemici che per invidia, odio, o semplice perfidia, ogni giorno si procurava. Protetto da Caterina non aveva rivali nella sua Arte, e la brama di potere divenne per lui un'ossessione.
Nel giro di breve tempo René le Florentin divenne l'uomo più amato e più odiato di Parigi.
Negli intrighi di una Corte corrotta, tra guerre di religioni e di Casati, René seppe destreggiarsi con insuperabile maestria dedicandosi alla creazione di composti profumati che segnarono l'epoca di Caterina de' Medici, costretta, dopo la morte del marito, ucciso accidentalmente in una Giostra come gli era stato predetto da Nostradamus a governare il Paese in vece dei figli imbelli e viziosi.
Fu anch'egli un uomo del suo tempo: malvagio, sadico, amorevole con i suoi amanti, terribile con i nemici, profittatore, tremendamente solo, ma anche capace di percepire l'armonia dell'Infinito creando composti odorosi. Le sue opere si sono perse lungo i secoli, ma è rimasta la leggenda dell'uomo, un italiano alla Corte di Francia, che con i profumi mutò una società e pose le basi per la moderna Profumeria.