Renzi ai cento giorni

Creato il 04 giugno 2014 da Libera E Forte @liberaeforte

di Alessandro Corneli

Silvio Berlusconi, fin dal 1994, attaccò la Rai, i giornalisti “rossi”, e continuò fino all’ukase contro Enzo Biagi. Una serie di errori di una ingenuità incomprensibile, forse dovuta alle pressioni del suo entourage che sperava di occupare le sedie che sarebbero rimaste vuote. Matteo Renzi ha imboccato la strada buona: taglia i viveri alla Rai (150 milioni di euro): chi vuol salvare la pagnotta, tirerà le conseguenze. Ci voleva tanto a capirlo?

Silvio Berlusconi si è incaponito per oltre vent’anni contro i magistrati “rossi”, alcuni in particolare. Bastava fare una bella riforma della giustizia con tanto di separazione delle carriere e le cose sarebbero andate a posto. Chi l’ha consigliato a condurre una lunga e costosa guerra personale? Forse Renzi farà la riforma della giustizia e separerà le carriere.

Silvio Berlusconi ha avuto paura di affrontare i sindacati: nessuno gli ha detto che essi avevano già allora perso l’appoggio di buona parte dei lavoratori. Poi ha tentato di dividere la Uil e la Cisl dalla Cgil, ma senza avere un progetto economico su cui consolidare questa operazione. Renzi sa che i sindacati hanno perso credito e, dichiarando di voler governare senza avere il loro benestare, raccoglie consensi, e forse riuscirà a fare qualcosa.

Silvio Berlusconi è stato a lungo, grazie ai suoi consiglieri, succube del Quirinale. “Napolitano ci dà una mano”, gli dicevano. Lui forse non ci credeva, ma accettava questa linea. Poi si è accorto che le cose stavano diversamente, ma era troppo tardi. Figurarsi: aveva pensato di esautorare il Quirinale con l’indicazione del premier sulla scheda elettorale. Renzi ha sottratto al Capo dello Stato il potere di nominare il Capo del Governo: si è praticamente autonominato. Adesso Napolitano lo insegue e sa che potrà restare al suo posto fino a quando Renzi lo vorrà, cioè fino a quando non avrà messo insieme una maggioranza per eleggere il successore di suo gradimento. Se ci riuscirà, farà eleggere un uomo o una donna che gli saranno grati per i successivi sette anni. Certo, non vorrà un superdecorato che gli incuta timore con le proprie passate glorie: Giuliano Amato dovrà rassegnarsi.

La premiata ditta Renzi sforna slogan: l’ultimo è “Sblocca Italia”. Sarà carico di significati, ma è ancora uno slogan. L’attivismo è ancora quello degli allenamenti in palestra. La partita vera deve iniziare. E dall’Europa è arrivato un brutto segnale: mancano 9 miliardi e occorre una manovra. I soldi non si regalano per decreto e nemmeno i posti di lavoro si creano per decreto. Renzi fa bene a prendersela con gli euro-tecnocrati; ma riuscirà a sconfiggere gli italo-tecnocrati?

La cosa importante è che non si monti la testa e non prenda sul serio l’ultimo commento di Napolitano: “L’Italia, dopo il voto per la stabilità, può parlare a voce alta in Europa e contribuire a cambiare le istituzioni e le politiche”. Altra cosa importante, è che non si dedichi all’acquisto di nuovi senatori, approfittando delle polemiche all’interno degli altri partiti. Deve governare, non occuparsi di politica spicciola, anche se ha conservato la carica di segretario del Pd. E, soprattutto, sulle riforma costituzionali, non dovrà incaponirsi su quelle platealmente sbagliate.

Adesso, intanto, si profila una tregua: quella dei mondiali di calcio. A condizione che l’Italia vada avanti fino in fondo. Nota: il Ct Prandelli ha dimostrato decisionismo, come Renzi, lasciando a casa Rossi. Con la differenza che dovrà scendere in campo secondo il calendario. Non potrà rinviare nessuna partita.


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