Renzi al congresso del PD: “Cambiamo l’Italia: cambiamo verso”

Creato il 22 ottobre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

© Olga Furchì – 2013

Cambiare verso. Ricordarsi di essere un partito di maggioranza. Avere più coraggio. Andare a prendere quei voti che sono del centrodestra e del Movimento 5 Stelle. Matteo Renzi, sindaco di Firenze e candidato alle primarie del centrosinistra, sfodera le sue armi.
E lo fa andando a sviscerare i punti caldi del Partito Democratico.
“Non bisogna parlare solo a chi c’è sempre stato: vogliamo parlare anche a chi c’era e non si è sentito coinvolto. Ma anche a chi non c’era”.
Dal documento congressuale del PD, Cambiare Verso, è anche facile capire perché il partito cerca di cambiare rotta.
“Gli iscritti al PD sono 250 mila, ma erano oltre ottocentomila nel 2009″ si legge “Avevamo detto di dimezzare i parlamentari, non di dimezzare gli iscritti”.
Il PD, per Renzi, deve “ripartire dall’interno”. Deve cambiare per riportare stabilità, fiducia, buona politica.
Per ritrovare tutti gli iscritti che “sono stati lasciati soli” occorre dettare l’agenda, non subirla come negli ultimi 20 anni. Operare sulla legge elettorale “partendo dalla Camera dove ci sono i numeri per modificare il sistema”.
“Gli italiani vogliono cambiare. Più che votare Beppe Grillo cosa possono fare?”.
C’è una buona dose di autocritica nelle parole (scritte e non) di Matteo Renzi.
Una grande consapevolezza di scelte errate, miopie politiche dettate da arrivismi e poltronismo. “gli italiani ci hanno visto non come soluzione, ma come parte del problema”.
Il sindaco di Firenze non vuole arroccare il PD. Vede nel futuro del partito la discussione, il confronto, una politica aperta tra le sedi. Un partito dove “conteranno di più i territori e meno i dipartimenti centrali”.
Punto su cui Renzi batte è anche la formazione politica di chi orbita all’interno del PD: dall’amministrazione più grande al comune più piccolo “nessuno deve essere lasciato solo”. Bisogna insegnare come si usano i media, come si va in televisione per dire qualcosa, come si scrive un’interrogazione e una delibera. Come si sta sui social network. “Viviamo un tempo
di trasformazioni impressionanti: tutti e ciascuno abbiamo bisogno di studiare di più, per capire di più”

I cittadini sono disillusi, la politica è ormai vista come qualcosa di lontano, e gli elettori vanno ricondotti quasi uno a uno verso il partito. Devono tornare ad avere fiducia, a guardare con speranza al PD. “Ora che i Cinquestelle mostrano tutti i limiti della demagogia e del populismo, a noi il compito di recuperarne i consensi”.
Renzi non ci sta a vedere i voti del PD scemare in un costante declino. Quei due milioni di voti in meno alle ultime elezioni parlano chiaro.
“Le fabbriche non ci votano, ne siamo consapevoli? I disoccupati non affidano a noi la speranza di stare meglio, ci è chiaro? Chi crea posti di lavoro, investendo sulle aziende e non sulla finanza, non si fida ancora di noi, lo sappiamo?”.
Il PD non si deve arroccare. Il PD deve essere aperto. Il PD deve accogliere le speranze di chi ha creduto in progetto che poi è fallito. Deve dare risposte concrete a problemi stringenti.

Cambiare il PD per cambiare l’Italia. Cambiare verso.


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