Non è riuscito a sedurre Hollande che però si è lasciato sfuggire con una punta d’invidia, apprezzamenti per la svolta socialista del Governo italiano nella quale trova “punti in comune” con le politiche del Governo francese: gli sgravi fiscali. Solo che Renzi li ha dati ai lavoratori mentre Hollande li ha assegnati alle imprese. Pronto come sempre alla battuta, Renzi ha provato a portarlo dalla sua e pur di creare un asse mediterraneo anti Merkel lo ha rincuorato: “in Italia però abbiamo un tasso di disoccupazione peggiore di quello francese”. Ma niente, non c’è stato verso, Hollande sornione ha confermata la sua fedeltà al primo amore tedesco. Se l’è presa comoda e Renzi si è sgonfiato. La Francia ha un debito sostenibile intorno al 90% del PIL rispetto a quello italiano che è al 130%, sa di poter sforare il 3% senza rischi sul mercato. Inoltre, non rinuncia alla sua grandeur, tiene a mantenere il rango di potenza mondiale dando prova di saper menare le mani all’occorrenza quando necessario con missioni militari operative e dunque, non se la può permettere di fare comunella con i piagnoni del Mediterraneo per andare a mendicare dalla kaiser tedesca. Quando Renzi infatti ha cercato per convincerlo di far leva sull’avanzo primario assicurando che per l’Italia l’obiettivo è un dato certo da oramai un ventennio, Hollande si è permesso anche dell’ironia: “la Francia invece ha un deficit primario, secondario, terziario”… A questo punto, non è restato altro da fare a Matteo che volare a Berlino per sperare in un sì della Merkel prima che si aprano le urne delle europee. Non sarà facile però convincere la kanzelerin che all’Italia occorre finanziare la crescita a deficit perché così non si può andare avanti. Gli occorre un buon successo alle oramai prossime elezioni europee sui populisti per garantirsi la stabilità di lungo periodo necessaria alle riforme. Anche Merkel però è sotto elezioni e con ogni probabilità prenderà tempo, offrirà un incoraggiamento di maniera, ma non prenderà impegni precisi ed all’Italia per fare crescita non rimane che contare sui 32 miliardi di tagli promessi da Cottarelli con la revisione della spesa perché il solo parlare di maggior deficit fa perdere la tramontana ai tedeschi la cui ricetta per la crescita è unica: competitività con tagli e maggiore flessibilità del lavoro. Italienisch avvisati: dolce vita finita per sempre se vogliamo restare in Europa.
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Renzi in bianco a Parigi, vola a Berlino per un sì
Creato il 16 marzo 2014 da Blogaccio @blogaccioBlogPotrebbero interessarti anche :
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