Al Qaeda in Sardegna, tra i 18 arrestati anche i responsabili della strage a Peshawar nel 2009
24 aprile 2015CAGLIARI - Il giorno dopo l’annuncio di Obama che chiede scusa per la morte del cooperante italiano Giovanni Lo Porto, ostaggio dei mujaddin ucciso da un drone Cia in Pakistan, la polizia italiana rende noto che è stata smantellata una filiale di Al Qaeda in Sardegna legata ad atti di terrorismo in Pakistan. Terroristi di matrice islamica che disponevano «armi in abbondanza e numerosi fedeli che erano disposti a compiere atti di terrorismo in Pakistan ed Afghanistan, per poi rientrare in Italia» recita il comunicato della polizia.
La polizia ha arrestato di 18 persone - tante sono le ordinanze di custodia cautelare - in sette provincie. L'organizzazione scoperta dagli uomini dell'antiterrorismo della polizia di prevenzione predicava la lotta armata contro l'Occidente e organizzava attentati contro il governo del Pakistan. Tra gli arresti, 6 o 7 sono stati eseguiti in Sardegna, più precisamente in Gallura. Le indagini risalirebbero al periodo dei preparativi del G8 a La Maddalena del 2009.
Secondo Digos e antiterrorismo il ruolo principale era svolto da un dirigente del movimento pietistico Tabligh Eddawa (Società della Propaganda), il quale, forte della sua autorità religiosa di Imam, e formatore coranico, operante tra Brescia e Bergamo, stimolava la raccolta di fondi, presso le comunità pakistano- afghane, radicate nel territorio italiano.
«Base in Italia, azioni in Pakistan»
Sempre secondo la polizia, alcuni degli indagati sono responsabili di numerosi e sanguinari atti di terrorismo e sabotaggio in Pakistan, compresa la strage nel mercato cittadino Meena Bazar in Peshawar il 28 ottobre del 2009, dove un'esplosione uccise più di cento persone. Ad accertarlo sono stati gli investigatori del Servizio centrale antiterrorismo della polizia di prevenzione e della Digos di Sassari. Da alcune intercettazioni risulta che due membri dell'organizzazione hanno fatto parte della rete di fiancheggiatori che in Pakistan proteggevano lo sceicco Osama Bin Laden.
Il sistema «Hawala»
Come si finanziava la rete terroristica? Secondo la polizia: «I fondi venivano inviati in Pakistan mediante membri dell'organizzazione che aggiravano i sistemi di controllo sull'esportazione doganale di denaro. In un caso è stato riscontrato il trasferimento di 55.268 euro mediante un volo per Islamabad in partenza da Roma Fiumicino, omettendo di farne dichiarazione di possesso alle autorità doganali. Più di frequente però era utilizzato il sistema cosiddetto “hawala”. Si tratta di un meccanismo di trasferimento valutario e occulto, basato sul legame fiduciario diffuso nelle comunità islamiche europee. Questo sistema consentedi trasferire una somma di denaro all'estero consegnandola ad un terminale presente nello Stato estero, detto “hawaladar”, che fornisce un codice identificativo segreto. I beneficiari della rimessa, tramite tale codice, possono prelevare la somma presso l'”hawaladar” della sede di destinazione».
Traffici di migranti
L'organizzazione terroristica provvedeva ad alimentare la rete criminale destinando una parte del proprio impegno al fenomeno dell'introduzione illegale sul territorio nazionale di cittadini pachistani o afgani che in taluni casi venivano anche smistati in alcuni Paesi del nord Europa. Per eludere la normativa che disciplina l'ingresso o la permanenza sul territorio nazionale di cittadini extracomunitari - spiegano gli investigatori - gli indagati utilizzavano sistemi semplici e collaudati.
In alcuni casi facevano ricorso a contratti di lavoro con imprenditori compiacenti in modo da poter ottenere i visti di ingresso. In altri percorrevano la via dell'asilo politico facendo passare gli interessati, attraverso documenti falsi e attestazioni fraudolente, per vittime di persecuzioni etniche o religiose.
L'organizzazione forniva supporto logistico e finanziario ai clandestini, assicurando loro patrocinio verso i competenti uffici immigrazione, istruzioni sulle dichiarazioni da rendere per ottenere l'asilo politico, apparecchi telefonici e sim, contatti personali.
Commenti(1)
Li abbiamo presi? BENISSIMO, complimenti agli uomini
dell'antiterrorismo! Io però preferirei che invece di giudicarli e
arrestarli qui in Italia, venissero "CONSEGNATI" al Pakistan,
visto che era lì che organizzavano attentati. Sono sicuro che così
pagherebbero "pienamente" le loro colpe, a differenza di quello
che succederebbe qui con il nostro solito "buonismo". Sarebbe
anche un bel DETERRENTE, per le altre "brave persone" che
ci siamo portati in casa, sapere che non vai in galera nel
BENGODI OCCIDENTALE, ma vieni spedito direttamente
nelle galere dove paghi duramente fino all'ultimo centesimo il
tuo debito.
stevan 24-04-2015 07:59:27
E così è. Non solo l'infezione della scabbia (detta volgarmente rogna) portano gli africani, pakistani, afgani ecc. ecc. (l'elenco dei luoghi di provenienza è lungo), l'infezione peggiore è l'introduzione nel nostro Stato di questa dirompente epidemia terroristica.
Credete che chi siede in Parlamento sappia applicare questo semplice suggerimento? Il Pakistan sarebbe sicuramente d'accordo a prendersi nelle sue prigioni chi ha commesso attentati contro il suo Governo. Ma chi decide per noi avrà altrettanta saggezza del cittadino qualsiasi? A giudicare dalla Storia che in questi giorni si ricorda e si celebra la risposta è NO! Chi ci governava allora era dissennato, il popolo invece il senno ce lo aveva. Bene ha fatto Renzi a coinvolgere la riottosa Europa ma attenzione! E' chiaro che il materiale umano secondo gli Egoismi Europei ce lo dobbiamo tenere sempre noi, dunque a nostre spese. Umanità si, ma non contro il Popolo Italiano. Soldi non ce ne sono tanti. Bisogna risparmiare, gli altri Paesi Europei proteggono il loro territorio e il loro popolo. L'Italia ritrovasse l'equilibrio fra il becerismo di Salvini e l'irresponsabile buonismo di certa sinistra: esiste la via di mezzo. Non possiamo mantenere tutti questi rifugiati veri o finti, non possiamo consentire di diventare BASI PER IL TERRORISMO INTERNAZIONALE... Che i politici delle opposizioni se ne rendano conto... O andremo TUTTI A FONDO.