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Renzi: “Ora nessuno fermerà il cambiamento”, approvato ddl Boschi

Creato il 08 agosto 2014 da Nicola933
di Mario Marrandino Renzi: “Ora nessuno fermerà il cambiamento”, approvato ddl Boschi - 8 agosto 2014

Senato Di Mario Marrandino. Il ddl Boschi è stato approvato in prima lettura al Senato con 183 voti a favore e 4 astenuti.

Nessun contrario, solo assenti: le opposizioni Gal, Lega, Sel e M5s hanno scelto di non partecipare al voto per rimarcare le critiche alla riforma e alle modalità del suo esame. Ora il provvedimento, che reca “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte seconda della Costituzione”, passa alla Camera per la seconda lettura. L’iter non si concluderà così velocemente, nonostante gli “scattisti” e i “maratoneti”. Come ogni ddl di rango costituzionale, occorreranno almeno quattro letture, tra Camera e Senato.

Maria Elena Boschi: “È stato un passaggio importante e impegnativo, non è mai venuta meno la determinazione. Siamo tutti soddisfatti. È un primo segnale della voglia di cambiamento e della capacità di rispettare gli impegni presi con i cittadini”.

L’assemblea di Palazzo Madama si è ritrovata in seduta questa mattina alle 9:30 per le dichiarazioni di voto alla riforma del Senato e alla modifica il titolo V della Costituzione, come preannunciato ieri sera dal presidente Pietro Grassocui sarebbe seguito poi il voto finale sull’intero provvedimento. 

Ci si aspettava anche Renzi, atteso nel pomeriggio dall’ultimo Consiglio dei ministri prima delle ferie. Renzi al Senato non si è visto, ma dopo il voto ha esultato su Twitter.

Renzi
I senatori del Movimento 5 Stelle, auto-esiliati dai lavori sul ddl, hanno lasciato l’Aula del Senato prima del voto, dopo l’intervento del capogruppo Vito Petrocelli. “Ma chi l’ha visto il confronto? In quest’Aula abbiamo visto un ministro che twitta e rivolge sorrisi verso i banchi di Forza Italia” ha rilevato il capogruppo, dopo aver spiegato di aver consegnato le “centinaia di mail che sono arrivate a tutti i senatori” M5s e che contengono “gli emendamenti che gli italiani” avrebbero voluto inserire nella riforma.

La Lega non ha partecipato al voto finale, anche in questo caso si prendono le distanze. Gian Marco Centinaio: “Non possiamo essere complici di chi sta affossando questo Paese”. Centinaio attacca duramente il “rampante e all’apparenza riformista” premier Matteo Renzi e il  il presidente del Senato Pietro Grasso per la gestione dell’Aula durante il dibattito sul ddl. “Ci siamo trovati a essere dei semplici ratificatori di decisioni prese altrove”.

Non hanno votato Sel gruppo misto. Loredana De Petris: “Per segnalare che questa riforma è stata imposta con la forza muscolare e con ottusa brutalità dal governo e da una metà del Senato. I senatori di Sel e anche quelli del gruppo misto non possono legittimarvi, nemmeno con il voto contrario, e quindi non parteciperanno alla votazione”.

Fabio Maria Scavone (Gal): “La riforma non può essere il volto del governo in carica, non risolverà” la crisi economica “ed è pericoloso e ingiusto farlo credere agli italiani”. Scavone ha anche ricordato “le continue ingerenze del governo e le troppe provocazioni che dall’esterno hanno scandito la riforma”.

“Pizzini parlamentari”Vannino Chiti, uno dei grandi critici dem, ha portato a Luigi Zanda un manifestino in bianco e nero, che il capogruppo Pd ha guardato con attenzione prima di ripiegarlo. A distanza, riferiscono le agenzie, si potevano leggere in testa i nomi dello stesso Chiti oltre a Civati e Mineo. Qualche riga sotto, a caratteri cubitali, la scritta “Vergogna”. Un foglietto, probabilmente il medesimo, è stato mostrato anche a Grasso.

Tra i “dissidenti” del Pd, Felice Casson: “Sicuramente non votiamo sì. In ogni caso i nostri voti sono ininfluenti, perché la maggioranza assoluta c’è e la maggioranza dei due terzi non può essere raggiunta”. Massimo Muchetti ha utilizzato il suo blog per annunciare la sua non partecipazione al voto di una “riforma sbagliata”.

Gaetano Quagliariello (Ncd): “Il Nuovo Centrodestra dirà sì a questa riforma”, ma ha parlato anche dell’Italicum, su cui Ncd si batte per preferenze e ritocco delle soglie, una “battaglia di sistema, sulla quale auspichiamo la convergenza di tutte le forze interessate a costruire istituzioni che stiamo armonicamente in piedi, a cominciare dalle forze della maggioranza. Perché, a fronte di un Senato con elezione di secondo grado, sarebbe intollerabile una Camera di nominati”.

Alessandro Maran (Scelta Civica), dichiara in Aula il sostegno allo “sforzo” del governo nel portare a termine la riforma Costituzionale. “Madrid è tornata a crescere grazie alla riforma del lavoro, noi ci aspettiamo che il governo affronti la riforma del lavoro, della spesa, della giustizia, con la stessa determinazione con cui ha affrontato la riforma del Senato.

Lucio Romano (Gruppo per l’Italia): “La stagione delle decisioni è arrivata. Sì, in prima lettura, ma è arrivata. Il Gruppo Per l’Italia voterà favorevolmente questa riforma”.

Anche Paolo Romani conferma “Sì” di Forza Italia e aggiunge: “Questa riforma porta due firme: quella di Renzi e quella di Berlusconi. Stiamo scrivendo una pagina storica”. Ma, aggiunge: “Al governo non riconosciamo il merito di aver tagliato le tasse. Vi siete dimenticati delle aziende. Noi faremo opposizione vera, leale e responsabile”.

“Questo atteggiamento non corrisponde alla mia idea di Parlamento”, così Luigi Zanda, dopo aver espresso il voto favorevole dei senatori del Pd, si è detto dispiaciuto che i senatori M5S siano usciti dall’Aula. “Il ddl Boschi”, ha osservato Zanda, “sarà approvato da un consenso più largo della maggioranza di governo. Così deve essere perché le regole del gioco non si modificano senza interpellare tutti”.

Elena Cattaneo ha spiegato il motivo del dissenso del suo gruppo Aut-Psi-Maie, in tre punti: “Il contesto generale di scarso ascolto e il linguaggio inadatto”, “un dibattito troppo condizionato da strategie di governo e di partito”, un progetto “tecnicamente pasticciato e frettoloso, non in grado di indicare l’esito, l’assetto, l’equilibrio, la visione del nuovo assetto costituzionale”. “Non mi convince la non elettività dei senatori, non mi convince la modalità di elezione del presidente della Repubblica”.

Vannino Chiti: “Non vogliamo delegittimare il Parlamento, ma non parteciperemo al voto per due motivi: per critica alla riforma e perché prosegue il confronto, per rendere questa riforma più efficace”. Chiti ha concluso facendo esplicito riferimento al Patto del Nazareno: “Utile nei rapporti tra due forze importanti, ma non colonne d’Ercole intoccabili, dobbiamo cercare il dialogo con tutte le forze politiche che si rendono disponibili”.

Augusto Minzolini ha comunicato che sarebbe uscito dall’aula al momento del voto e ha attaccato Grasso: “Mi ha davvero deluso, signor presidente: aveva cominciato come un leone, permettendo alcuni voti segreti, poi si è piegato al volere della maggioranza, come un moderno Don Abbondio. I padri costituenti si staranno rivoltando nella tomba”. Quanto a Renzi, “il premier sa che la maggioranza di questa Aula non condivide questa riforma”, come ha dimostrato “il voto segreto” in cui il governo è andato sotto.

Roberto Calderoli, relatore di minoranza del ddl, ha ufficializzato la sua astensione dal voto, “che potrebbe trasformarsi in voto contrario” se nelle prossime letture del provvedimento non saranno sciolti “i molti nodi” della riforma. E ha criticato il presidente Grasso: “Oltre 1400 emendamenti saltati in un colpo solo: il suo canguro ha un jet nel sedere”.


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