Renzi, personal killer di Ingroia

Renzi e Letta continuano nello sport di attaccare Ingroia a prescindere, non per quello che dice e propone, ma perché guida un partito. Credevo che il Partito Democratico si differenziasse dal Pdl e da certi vizi vetero-comunisti, come la denigrazione dell’avversario per partito preso. Purtroppo Renzi, che della Tav sotto Firenze non ha mai parlato, che difende gli inceneritori come se facessero bene alla salute, usa come Letta la macchina del fango di Renato Farina, Sallusti, Feltri eccetera. Dunque un braccio di ferro: sono più forte, comando io, anzi ho ragione io. C’è qualcosa di fascista in questo stile di attacco a Ingroia e a Rivoluzione civile, che ha un programma scritto e si presenta perché molti vogliono essere ascoltati, ma non da Monti e altri liberali e abolitori del reintegro sul posto di lavoro in caso di ingiusto licenziamento. Il Parlamento uscente ha fatto di tutto per farsi odiare da persone pazienti come gli italiani. Veltroni e Pd hanno cancellato la sinistra che invece ha ragione di esistere. Esporrò a mia volta, brano a brano, il programma di Rivoluzione civile.

La ragazza nella foto guarda l’orizzonte dalla riva del mare, sperando che sorga della giustizia il sole.

http://www.ilmessaggero.it/speciale_elezioni/renzi_pd_ingroia_enrico_letta_elezioni/notizie/250331.shtml

ROMA – E’ Ingroia il bersaglio principale di Matteo Renzi, in tour elettorale a Napoli. All’ ex pm e alla sua lista sono riservate le stoccate più dure del sindaco di Firenze, che parla con i giornalisti protetto dalla polizia all’ interno del Caffè Gambrinus, dopo la contestazione di un gruppo della sinistra antagonista. «Credo che l’operazione politica della lista di Ingroia sia evidentemente un rischio di autogol del centrosinistra e credo che i cittadini sapranno scegliere e che la Campania sarà decisiva per avere la maggioranza anche al Senato. Certo dispiace che un giudice lasci pro tempore la magistratura. E se non raggiunge il quorum che succede? Torna a fare il giudice? E’ un meccanismo che mette in discussione anche la terzietà del giudice, l’imparzialita».
«Ingroia ci manda a sbattere». «Ogni voto dato a uno schieramento che è destinato a non governare è buttato via – dice Renzi – Se Ingroia continua così, ci manda a sbattere. La sinistra radicale ha una grande tradizione in questo senso: ci ha fatto sempre perdere».
Renzi ne ha anche per i frequenti riferimenti ad una continuità con l’opera di Falcone e Borsellino. «A me piace l’idea che intanto si lascino riposare i morti, e in particolar modo i morti che sono un patrimonio di tutto il Paese come Falcone e Borsellino – dice il sindaco di Firenze – Dall’altro lato credo che sia fondamentale dire che la soluzione proposta da Ingroia non ha alcuna possibilità di andare al governo del paese. È una mera operazione di testimonianza che se va bene è inutile, se va male fa danno al centrosinistra».
Anche Enrico Letta attacca Ingroia. Anche il vicesegretario del Pd Enrico Letta, in un altro appuntamento elettorale a Napoli, ha messo nel mirino l’ex pm di Palermo. «Il voto a Rivoluzione civile – ha detto – è un voto non utile, perché aiuta Berlusconi in questa regione al Senato».
Renzi ha parlato davanti a circa 600 simpatizzanti al Teatro Politeama. Un gruppetto lo ha atteso all’ uscita per applaudirlo e gridargli «Vai Matteo, vai». Ma il pomeriggio si era aperto in un clima di tensione. All’appuntamento convocato con la stampa davanti al Caffè Gambrinus si sono presentati anche alcune decine di disoccupati del “collettivo flegreo”, spuntati all’ improvviso alla sue spalle nella ressa di giornalisti e operatori, con un grande striscione nero (che ha indotto qualcuno a pensare ad una contestazione dell’ estrema destra) che invitava all’ astensione. Contemporaneamente tra i passanti sono partite grida di «mariuoli, mariuoli». Renzi è stato messo in salvo dalla polizia all’interno del Gambrinus, insieme al segretario del Pd Campano Enzo Amendola e ad altri dirigenti. La polizia ha sequestrato lo striscione e avrebbe identificato alcuni manifestanti.