“Il rimborso elettorale ai partiti va interamente abrogato perché rappresenta una forma impropria di finanziamento pubblico alla politica. Il meccanismo disciplinato dalla legge attualmente in vigore, non fa infatti alcun riferimento alle spese sostenute dai partiti nelle competizioni elettorali ma eroga un finanziamento sulla base dei voti ricevuti”.
Lo sostengono dieci senatori del Pd vicini a Matteo Renzi. Sono Andrea Marcucci, Rosa Maria De Giorgi, Stefano Collina, Nadia Ginetti, Roberto Cociancich, Laura Cantini, Mauro Del Barba, Isabella De Monte, Stefano Lepri e Mario Morgoni, che hanno depositato una proposta di legge per abrogare il rimborso elettorale ai partiti. Per i senatori “renziani” “bisogna ripartire dal referendum del 1993 che fu clamorosamente aggirato e abolire una legge giustamente invisa all’opinione pubblica, per poi studiare meccanismi alternativi che prevedano il contributo diretto dei cittadini, anche attraverso il credito di imposta”.
“Il modello al quale ci ispiriamo – proseguono i parlamentari – stimola una larga partecipazione degli elettori, con l’obiettivo di incentivare micro versamenti volontari. In 40 anni di finanziamento dello Stato alla politica – aggiungono i senatori – è venuto infatti meno l’obiettivo nobile che lo ispirava, ovvero la capacita’ di eliminare corruzione e malversazione, cosi’ purtroppo non è stato. Ci auguriamo che il nostro disegno di legge – concludono i senatori – trovi un ampio consenso trasversale in Parlamento e possa diventare segno tangibile di una politica che si rimette in discussione e si ispira a criteri di trasparenza e di sobrietà”.