di Giacomo Dolzani
Dopo l’arrivo, pochi giorni fa, di 1600 soldati francesi nella Repubblica Centrafricana, con lo scopo di rendere nuovamente sicure le città del paese, in una sola settimana sono state registrate oltre 600 vittime, dovute agli scontri con i militari e, soprattutto, alle sparatorie tra bande rivali che si verificano di continuo nelle strade della capitale; soltanto a Bangui si contano oltre 450 morti e due di questi sono militari francesi.
I dati sono stati forniti dal portavoce dell’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, e la Croce Rossa parla di altri 160 decessi al di fuori dei centri abitati.
Dopo la caduta del presidente Bozizé, deposto il 24 marzo di quest’anno da un colpo di stato ad opera del gruppo di guerriglieri Seleka, il paese è infatti precipitato nell’anarchia e l’esercito ribelle si è sfaldato in piccole bande armate, che ora si combattono nelle strade della capitale e si dedicano al saccheggio di case e villaggi.
Secondo diverse organizzazioni umanitarie ci sarebbe inoltre un grave problema legato ai profughi causati da questa ondata di violenze, sarebbero infatti quasi 160mila gli sfollati che hanno lasciato il paese, rifugiandosi negli stati vicini.
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