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Reparto spaventi

Da Maxdejavu

Oggi Mammapappa ha perso altri 10 anni della sua vita. (I precedenti 10 sono andati in fumo il giorno della corsa in ambulanza). Insomma, se si era prefissata di arrivare almeno ai 70 anni, potete iniziare a scrivere il suo coccodrillo, perchè tanto prima o poi ci penserà anche il Nano Puzzolone a farle perdere un’altra ventina d’anni.

Armata di passeggino, pedanina per Nana e tutto il resto… stamattina ha portato i pargoli dalla pediatra. Tutto bene, il Nano puzzolone cresce, il suo udito è sopraffino e soffre sempre il solletico quando la dottoressa lo tasta qua e là per vedere se gli organelli sono al loro posto. Nana intanto pesa i pupazzetti sulla bilancia dello studio, li visita e dice loro di fare da bravi.

All’uscita Nana è entusiasta perchè può scendere di corsa la rampa (scivolo per lei) che all’andata ha fatto in salita. Mammapappa glielo lascia fare, pensando che tanto arrivata al cancelletto si fermerà (come si è fatta promettere piu volte in casa: “Nana, mi raccomando, adesso andiamo per strada e devi sempre fare quello che ti dico. Se ti dico di fermarti devi farlo hai capito?” “Sci!”)

Ovviamente non è andata così. Nana al primo FERMATI si è girata con aria di sfida gridando “Tanto non mi pendi!” e ha continuato a correre arrivando al cancelletto. Mammapappa dietro con passeggino e aumentando i decibel del suo tono. Niente. Nana era oltre il cancello. Sul marciapiede. A un passo dalla strada… e dal FURGONE che stava passando proprio in quell’istante.

Non so chi ringraziare, sinceramente. Ma al mio urlo disumano (e dopo aver mollato Nanetto e passeggino per accorrere a prenderla) lei… si è fermata. Mi ha guardata, la mia faccia deve essere stata un mix tra Freddy Krueger, Crudelia e Camilla Parker. Si è fermata e si è messa a piangere. Mentre intanto tutti si affacciavano (pediatra compresa).

Io… avrei dovuto picchiarla? Non ci sono riuscita. L’ho solo sgridata e ho continuato a farlo e a cercare di spiegarle la situazione anche dopo, in casa. Cosa avrei dovuto fare? Come si può far capire a una bimba di due anni e mezzo il senso del pericolo? Più che farle terrorismo ogni volta sulla pericolosità delle macchine,  pretendere che ubbidisca ai suoi genitori, che ci sono situazioni in cui non si può giocare a rincorrersi… Mi ripeto, e anche la pediatra mi ripete… che è piccola.

E allora mi domando: dove stiamo sbagliando? Vogliamo che cresca in fretta, lei che si è ritrovata un fratellino tra capo e collo, che è passata a dormire nel letto grande all’età di un anno e mezzo. Non ci sono state forzature (o almeno crediamo)… abbiamo sempre cercato di venire incontro alle sue richieste, e forse questa cosa delle passeggiate a piedi con mamma e fratellino è un po’ prematura. Ma neanche farla crescere come una bimba di cristallo però! Cerchiamo sempre di darle fiducia, di spronarla a provare perchè può riuscirci anche lei e risponde più che bene, è coraggiosa e forse anche un po’ spericolata. Ma forse a volte bisogna fermarsi.

Che poi, per dirla tutta, oggi doveva esserci la babysitter che chiamiamo tipo una volta al mese, per stare con lei quando ci sono le visite mediche. Invece non poteva esserci per un imprevisto. E vabbè, forse da questa esperienza Mammapappa ha capito i suoi limiti, e di sua figlia.

E niente… mentre si addormentavano insieme questo pomeriggio, Mammapappa a gambe divaricate, e lei accucciata lì perchè ultimamente vuole stare “nel nido”… ha pensato al giorno in cui nascono, questi bambini. Che insieme alla placenta portano via qualcosa di tuo che però rimane attaccato anche a te, e lo tengono con sè, per farne un po’ ciò che vogliono. E talvolta lo strizzano ben bene che ti si ferma il cuore. Ed è così per tutta la vita: con questa cosa che è un po’ tua, un po’ loro… che a volte ti fa sentire le farfalle nello stomaco come quando ci si innamora e altre volte ti fa morire di dolore.

Ora scusate, vado a farmi venire un infarto.

Mammapappa



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