Permane grave e allarmante l 'attuale conflittualità sociale e politica nella Repubblica Democratica del Congo,specie dopo le elezioni del 28 novembre scorso, elezioni su cui grava l'ombra di brogli certi e quindi di assoluta mancanza di trasparenza.
E, come se non basatasse, dal carcere centrale della città di Bukavu,nella provincia orientale del Sud - Kivu, il giorno di capodanno c'è stata un'evasione di massa con ben 9 vittime e 47 feriti sul terreno.
La notizia è di Radio Opkapi, la radio locale dell'ONU.
I morti, secondo l'emittente radiofonica, sarebbero stati tutti detenuti e la motivazione degli scontri interni e dei ripetuti tentativi di fuga sono da imputarsi a disaccordi sulla rappresentanza interna nei confronti dell'autorità carceraria ma, sopratutto, alle pessime condizioni di vivibilità in cui sono costretti a soggiornare coloro che devono scontare la pena.
Comunque le fughe incontrollate e incontrollabili dalle carceri congolesi si ripetono e tutti i mezzi e tutte le astuzie sono buone per metterle in atto.
Per esempio travestirsi da preti ed entrare e uscire dai luoghi di detenzione senza suscitare alcun sospetti.
Morale della storia ?
Anche per la Repubblica Democratica del Congo la pace vera, se ci fosse, significherebbe poi, in definitiva, una tregua finalmente alle continue sofferenze della gente e l'inizio di un graduale sviluppo che passa anche attraverso il porre riparo a condizioni di vita ogni giorno più precarie, dentro e fuori le carceri, e al provvedere alla sostituzione d'infrastrutture ormai vetuste.
E non si stanno chiedendo di certo miracoli, considerando le enormi disparità di ceto e di benessere economico esistenti in questo Paese e un po' nell'Africa tutta, dove ai governanti non mancano di sicuro lusso e agiatezze.
Accanto, ovviamente, al solito pingue conto in banca all'estero e ai cosiddetti "beni rifugio" come immobili di lusso sparsi ovunque, in diverse parti del mondo.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)