Report – il papa re

Creato il 05 novembre 2012 da Funicelli
Nel momento in cui sto scrivendo è in corso un'assemblea dei lavoratori dell'ospedale San Raffaele di Milano, per decidere come muoversi, contro i 244 licenziamenti decisi dalla proprietà (Rotelli), per i noti problemi di bilancio. È questo l'epilogo dell'eccellenza lombarda: il San Raffaele che veniva considerato la struttura di eccellenza lombarda, il fiore all'occhiello di don Verzè, l'amico di Formigoni e Berlusconi, cui consigliò proprio al cavaliere quell'igienista dentale che il celeste inserì nel proprio listino per eleggerla in regione.
Oggi, la proprietà scarica sui lavoratori i problemi di gestione: non ha nulla da dire su questo il governatore, il papa re? Questa definizione l'ha data al giornalista che ha curato il servizio, Alberto Nerazzini, l'imprenditore Loioli, parlando dell'inchiesta Oil for food, che ha coinvolto società legate a uomini del presidente. 
Al momento Formigoni è solamente indagato, per il reato di corruzione sui soldi presi dalla fondazione Maugeri. Un reato che, per le leggi italiane, sarà difficile da dimostrare. E comunque, nonostante scandali e inchieste, è ancora un uomo forte, o quanto meno, che si reputa tale: al meeting di Rimini si è sbilanciato nel dire “il papa mi guarda e mi dice io prego per lei ..”. 
Chissà, forse prima del governatore dovrebbe pregare per i cittadini di Taranto, per quelli dell'Alcoa, per gli esodati. Per i lavoratori del San Raffaele, che oggi vengono scaricati. Chissà se i consiglieri della giunta Formigoni, e del consiglio regionale, verranno scaricati dai partiti: si è quasi arrivati al record, per numero di arrestati e indagati. Zambetti: concorso esterno in mafia. Nicoli Cristiano: peculato, traffico rifiuti. Minetti: induzione alla prostituzione. Penati: corruzione Buscemi: corruzione e truffa Boni: peculato I sottosegretari Gibelli e Giammanco. Ponzoni, ex assessore all'ambiente. Larussa, il fratello dell'ex ministro. L'assessore Raimondi, all'ambiente. Rinaldin, Monica Rizzi, Belotti, Renzo Bossi e infine Formigoni.
L'inchiesta di Report di ieri sera ha spiegato chi sono gli uomini di Formigoni, i Memores Domini, con cui ha cementato le sue relazioni in 17 anni di potere.  Ma si è partiti, dall'inchiesta delle firme false, quelle che hanno inaugurato il quarto mandato.
Come ha spiegato Nerazzini, Formigoni è passato dall'indagare per conto dell'Unione Europea alle elezioni in Moldavia nel 1990, all'essere finito in una indagine per le firme false, presentate prima delle elezioni del 2010. Inchiesta nata su esposto dei radicali: 10 persone sono state rinviate a giudizio, tra cui il coordinatore Podestà (secondo cui, questo non è un problema che interessa i cittadini). Quelle firme sono servite per il listino bloccato: quello che ha portato in regione la Minetti, Puricelli (il fisioterapista dell'anno nel 2011, oltre a fare il consigliere), Riparbelli, Alboni e i leghisti Gibelli e Bossetti (Rai way e radio padania).
Nonostante fossero lampanti le irregolarità (c'è gente che ha delegato la firma per telefono) in Lombardia non si è rivotato. Su questo episodio Formigoni, che ha chiesto al giornalista le domande in anticipo, non ha voluto rispondere.
Gli amici del governatore. Capita, che dopo 17 anni di potere, si cementino certe relazioni, e si faccia fatica poi a distinguere dove finisce l'amicizia e dove inizi il rapporto istituzionale. Cosa sia privato, nella vita di ciascuno, e cosa sia pubblico. Daccò (condannato per crac del S Raffaele), Simone e Formigoni sono amici da una vita. Secondo l'inchiesta, Formigoni in cambio di delibere favorevoli alle strutture private per cui Daccò faceva da faccendiere, ha ricevuto 7 milioni di euro in benefit vari. Come una villa in Sardegna, comprata da Perego (il compagno nei Memores Domini di Formigoni) ad un prezzo inferiore a quello reale. Mica male per uno che ha fatto voto di castità e povertà.
Nerazzini ha poi raccontato della ragnatela emersa per l'inchiesta Oil for food: l'inchiesta (in cui il presidente non è entrato) cercava di far luce sulle mazzette pagate al regime iraqeno, in cambio del petrolio. Formigoni ha raccomandato a Tareq Aziz alcune società, come la Cogep (i raccomandati sono stati poi condannati per corruzione internazionale, reato poi prescritto in appello).  La Betoil avrebbe invece gestito il transito di petrolio: Loioli (quello della definizione papa re), che ha lavorato come intermediario anche per gli uomini della Cogep, spiegava al giornalista come la pratica delle tangenti fosse la normalità.
FABRIZIO LOIOLI - IMPRENDITORE
Formigoni…guarda Formigoni, ti faccio un esempio pratico, è come il Papa e poi ci sono i cardinali perché lui non è un uomo di denari, è un uomo, diciamo, di poteri. Però i cardinali si fanno gli intorti tra di loro e riferiscono al Papa quello che a un certo punto gli fa comodo che il Papa sappia, anche se poi il Papa è a conoscenza della verità, però non te la contesta, che è diverso che il cardinale ha preso la busta e gliel’ha data al Papa…. Il Papa non ti dirà mai “portami”, il Papa ti dirà “Madonna che brutto ‘sto giardino”, mica lo puoi mettere in galera! A un certo punto arriva il giardiniere e ti fa una Versailles! È costata 20milioni e non lo beccherai… guarda che Formigoni con i soldi nella marmellata non lo beccherai mai. Daccò, che io so chi è, e conosco tutto di quello lì, Daccò è un cardinale ingordo che però a differenza degli altri era un pochettino più furbo ed è durato più a lungo.

Chi sono gli altri cardinali, allora?
De Petro, anche lui di Cl: avrebbe raccolto bonifici per la società Candonly (da società del gruppo Finmeccanica).
La Candonly fu fondata da Perego (il coinquilino di Formigoni) nel 1991, a Dublino. Per gestire i flussi di denaro fuori dall'Italia? E a chi finivano questi soldi? A cl? In questa rete di società off shore fanno parte la fondazione Memalfa, fino ad arrivare al conto Paiolo in Svizzera
MILENA GABANELLI IN STUDIO 
Cesana è un leader storico di CL 3 anni fa è stato nominato dalla giunta Formigoni presidente del policlinico Mangiagalli di Milano. A Lugano fa incontri di teologia all’università. E a Lugano c’è una sede dell’associazione di frati laici di CL, di cui Formigoni da 40 anni è l’esponente più famoso. Ne fa parte anche Perego che con Formigoni vive da tanti anni. Ed entrambi hanno fatto promessa solenne di verginità, obbedienza, povertà. Tuttavia non si sputa sopra una villa in Sardegna. Se poi salta fuori che durante un’emergenza umanitaria si può portare a casa qualche affare con il petrolio, perché no? E se uno apre in Svizzera un conto paiolo avrà il suo perché. Perego all’inizio degli anni 90 insieme al segretario di Formigoni costituisce a Vaduz la fondazione Memalfa. Questa fondazione oggi non c’è più non sappiamo se è stata rimpiazzata dalla membeta. Sta di fatto che questo è l’entourage stretto di Formigoni che ha governato per 17 anni la regione più ricca d’Italia, che può contare sul suo territorio anche su una associazione molto ben radicata che è quella di compagnia delle opere, ovvero il braccio imprenditoriale di CL. 


La compagnia delle opere. La Cdo è il braccio imprenditoriale di Cl: è forte in Lombardia. Tanto forte che se vuoi lavorare qui, si dice, devi essere dentro, altrimenti sei fuori. Nerazzini ha raccontato i casi dell'ospedale di Bergamo, dell'istituto privata ImiBerg, fino ad arrivare all'inchiesta sulla discarica di Cappella Cantoni, firmata ma non pubblicata sulla gazzetta, per volere di Formigoni. L'ospedale di Bergamo è una maxi opera, su un terreno acquitrinoso su cui c'era una perizia negativa, che è ancora incompiuta nonostante siano stati spesi molti più soldi di quelli preventivati. Si è passati da 284 ml a 500 ml. La direzione dell'ospedale ha dato al consigliere dell'Idv Sola dei documenti, per poter controllare le spese, pieni di omissis, manco fosse un'opera segretata. Nell'ospedale, come in regione, gli uomini chiave sono di Cl: lo stesso consigliere che non è riuscito a vedere le carte spiegava come
“Gli uomini chiave di Regione Lombardia appartengono a Comunione e Liberazione, iocredo che l’aspetto più volgare e ributtante di questa storia è che l’appartenenzaconvinta sulla base di valori condivisibili anche dai non cristiani e lo dice un cattolico,che sono i valori cattolici, sia stata calpestata, prostituita da un manipolo di politici,vogliamo ancora definirli così con la P maiuscola, in alcuni casi ahinoi, che ne hannofatto bassa merce ma considerevole dal punto di vista dei numeri, di supporto, disostegno alla propria aziona amministrativa. CL, CDO hanno ingabbiato Regione Lombardia.”
Contro l'istituto ImiBerg e alcuni lavori di ampliamento, alcuni cittadini hanno fatto ricorso: la Dia era scaduta nel 2007, ma il consiglio comunale, all'unanimità ha approvato lo stesso i lavori.
Lavori su cui ora sta indagando la procura di Bergamo e quella di Milano. Lavori cui ha partecipato l'impresa Locatelli, che fa parte della Cdo, e che la stessa Cdo locale, come ha ammesso il signor Breno, ha aiutato quando era in difficoltà. Breno, Locatelli, il consigliere Raimondi, sono finiti indagati per corruzione.

Chi sono i Memores Domini. Nerazzini ha raccolto le testimonianze di due ex appartenenti al gruppo. Quello dei voti di povertà, castità e ubbidienza e che non dovrebbe avere a che fare con reti off shore, ospedali dai costi in crescita.  Bruno Vergani è uscito da questa struttura una mattina di molti anni fa. Ha spiegato l'importanza del voto di obbedienza: si obbedisce al Dio incarnato in terra, il proprio responsabile, e non alle leggi proprie.
Marco Palmisano è invece uscito per un problema alla vista. Ha spiegato che anche comprarsi una villa è un atto di povertà, basta non considerarla come un oggetto di valore.  Palmisano è stato fondatore del Movimento Popolare, assieme a Formigoni e Buttiglione, per aiutare la DC nell'esprimere meglio il ruolo dei cattolici in politica. Ma Palmisano è anche stato in Publitalia con Dell'Utri e Berlusconi. Ha spiegato come, nel 1979, quando il cavaliere comprò Il giornale, chiese a Don Giussani dei professori per prendere delle lezioni di dottrina politica. Tra questi l'attuale arcivescovo di Milano, Scola. Chissà se, alla fine, il fine ha giustificato i mezzi.
Cosa farà ora Formigoni? Anche lui il suo partito, come gli intervistati han lasciato intendere?
MILENA GABANELLI IN STUDIOIntanto sia chiaro che la nostra critica non è rivolta a CL come movimento, ma è circoscritta alle persone di cui abbiamo parlato. Dopodiché il futuro progetto politico che dipende da tre fattori uno al Pirellone, uno ad Arcore e uno a Roma, sembrano chiacchiere da bar, ma troppo spesso le decisioni, le sorti del nostro paese sono spesso state decise o scritte su un tovagliolo di carta a cena o sotto un ombrellone.Quello di cui possiamo stare certi è che il vecchio, che ha fatto la sua parte per tenere il paese bloccato, proverà a riciclarsi sotto al nome di un partito nuovo. Ora, se dobbiamo tenerceli o mandarli a fare un altro mestiere dipenderà anche da noi. Tutto ha un suo tempo e il significato della parola riciclo non deve essere utilizzato per le persone, ma per le cose.

Il link alla puntata Il pdf con la trascrizione del servizio.

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