Nel 2014 si conferma il miglioramento della qualità dell’aria: lo dice il Report dell’Istat sulla Qualità dell’ambiente urbano, pubblicato questo 10 novembre e relativo al 2014. Il report riguarda diversi fattori che contribuiscono, positivamente o negativamente, all’inquinamento dell’aria che respiriamo, dalla presenza delle polveri sottili, all’inquinamento acustico, all‘uso dei mezzi pubblici fino alla percentuale di raccolta differenziata effettuata.
Nonostante le grandi polemiche di questi giorni in merito al blocco del traffico a causa del troppo smog in città, sono in realtà pochi i comuni che presentano importanti superamenti dei limiti, per quanto riguarda polveri sottili, biossido di azoto e ozono e, ai lettori partenopei, farà piacere sapere che Napoli non è tra queste: Milano, Torino, Alessandria, Palermo, Lodi e altri comuni ne fanno, invece, parte.
A Napoli, si è avuto, al contrario un calo: infatti il Pm(10), media giornaliera, è sceso da 120 a 40. Ma nel complesso, nel paese, la situazione è migliorata poiché se prima erano 44 i capoluoghi che superavano la media giornaliera accettabile, ora sono scesi a 35. Infine, l’inquinamento atmosferico è, in percentuale, nettamente maggiore nell’Italia settentrionale.
Anche per quanto riguarda il trasporto pubblico locale Napoli ha migliorato le sue prestazioni, assieme ad altre grandi città come Torino, Venezia, Bologna e Palermo: si è assistiti ad un aumento, complessivo, del 3,3% nell’uso dei mezzi pubblici. L’aumento più significativo a Napoli con +10,4%.
L’inquinamento acustico, invece, peggiora: gli esposti giornalieri che i cittadini effettuano denunciando fastidi acustici, aumentano sempre di più; tuttavia Napoli, Bologna, Reggio Calabria e Bari restano quelle meno bersagliate. In Italia è costante, inoltre, il problema della raccolta differenziata che, nonostante aumentata in percentuale in tutto il paese, rimane ancora sotto il 40% . A Napoli, dopo il dolente periodo dei rifiuti, si è avuto un incremento della differenziazione dell’immondizia, la quale è aumentata dal 2013 al 2014 di +1,7%, comprendo il 22% dei rifiuti urbani.
L’Istat, inoltre, comunica che è nettamente aumentato l’uso in Italia di Energia alternativa e il conseguente uso di fonti rinnovabili; così come è diminuito il consumo di acqua nelle abitazioni private, ma resta alta ancora la dispersione che i comuni fanno dell’acqua potabile, ossia il tempo e la quantità persi dal momento dell’erogazione a quello in cui arriva all’utente.
I dati, tutto sommato, indicano un complessivo miglioramento, il quale, tuttavia, non porta ancora il nostro paese e la nostra città alla stregua delle realtà europee. La strada è lunga e, purtroppo, le coscienze civiche lente a progredire. Ma ogni profonda evoluzione ha bisogno di tempo: per ora, noi napoletani possiamo essere fieri dei piccoli passi, i quali possono farci da portavoce in alcune discussioni che, frequentemente, hanno al centro Napoli e lo specchio dei suoi stereotipi.