Report – lo stato fallimentare

Creato il 08 aprile 2013 da Funicelli

Mentre a Roma si occupano dei fatti loro, noi ci occupiamo dei fatti dei 35000 creditori che aspettano soldi dai commissari Alitalia. In Italia i fallimenti sono gestiti da commissari di nomina politica: sono i casi Alitalia, Itavia, Tirrenia, Cit”. La presentazione della puntata nel collegamento della Gabanelli a Che tempo che fa.
Una specie di suggerimento per il governo che verrà.
Sempre che ci sia un governo interessato a questi suggerimenti. Perché – è sempre la Gabanelli ad inizio trasmissione -vorremmo un governo che mettesse mano a questi fatti. I salvataggi delle grandi aziende italiane, non solo pubbliche, dove non si riesce a mantenere i posti di lavoro, non si salva l'azienda, si perdono gli assett e ad ingrassare alla fine sono solo i commissari (dove i nomi che tornano sono sempre gli stessi), gli advisor e gli avvocati. I casi Itavia e Alitalia.
Dopo l'abbattimento da parte di un missile del Dc9 Itavia, sui cieli del Tirreno la notte del 27 aprile 1980, la società privata Itavia, di proprietà di Aldo Davanzali, fu accusata di far volare “bare volanti”. L'aereo era caduto per un cedimento stutturale, anche se il generale del Rai, Rana, aveva avvisato Davanzali che la causa dell'incidente era un missile.
Davanzali fu accusato di divulgare notizie false e tese a destabilizzare l'ordine.
L'azienda fu commissariata nel 1981, in attesa di una sentenza (che ha impiegato quasi 30 anni) sulle cause della strage.
Ci sono voluti anni di inchieste, di silenzi colpevoli da parte dello stato, dei generali, della politica, per arrivare al dunque. Ma nel frattempo, 4 commissari uno dopo l'altro, l'Itavia è finita.
MILENA GABANELLI IN STUDIOSi sapeva dall’inizio che era stato un missile, ma per arrivare a sentenza ci sono voluti 31 anni e da 31 anni l’azienda è in amministrazione straordinaria. Che cos’è l’amministrazione straordinaria? è uno strumento che impedisce alle aziende con piùdi 500 dipendenti di fallire, ed è gestita dalla politica che nomina un commissario, in questo caso se ne sono alternati 7, ma non sono riusciti a salvarla. Quelli che ci sono adesso dovranno decidere a chi vendere quel che resta, per pagare i creditori se sonoancora in vita. Bene, qui lo Stato ci ha messo del suo per far fallire Itavia. Invece nel 2008 la politica ha deciso di salvare un’altra compagnia: Alitalia, e per impedire che la compagnia di bandiera finisse in mani straniere, una cordata segue il pifferaio magico.Sono passati 4 anni e mezzo la storia è questa.

Alitalia, l'azienda di stato, la politica ha invece deciso di salvarla, nonostante i debiti. In nome della italianità, l'ex presidente del Consiglio (col colpevole aiuto dei sindacati nostrani) ha impostato la sua campagna elettorale sulla cordata di imprenditori italiani che avrebbe privatizzato la nostra compagnia di bandiera. Come è andata a finire dopo quella estate inizio autunno del 2008? La good company stenta a decollare, ha un rosso da 850 milioni, il cda ha licenziato l'AD Ragnetti. Questo nonostante Alitalia abbia ceduto delle tratte alla Carpatair, i cui piloti e hostess volano su aerei verniciati come fossero italiani. Lo si è scoperto (per modo di dire) dopo l'incidente del febbraio scorso a Fiumicino per cui la magistratura ha aperto una inchiesta per frode fiscale.
Ma per questa privatizzazione ci sono state migliaia di dipendenti messi in cassa integrazione, piloti lasciati a casa (mentre vengono fatti volare piloti della Carpatair).
A cosa sono serviti allora questi sacrifici dei lavoratori (e dei contribuenti che si accollano i debiti della bad company)?
I soci devono chiedere un altro prestito, Ragnetti si è dimesso (con una buonuscita da 1 milione di euro: le alternative sono un prestito da 200 ml, il concordato preventivo o il fallimento subito.
Se Alitalia fallisce subito, gli 850 ml messi in cassa dagli imprenditori italiani saranno persi. Soldi del nostro tessuto produttivo che potevano creare sviluppo (e Riva poteva fare le sue bonifiche a Taranto).
L'azione di Fantozzi.
Fantozzi è l'avvocato nominato da Berlusconi come commissario liquidatore: ha indagato sulle fatture pagate a fine agosto a studi legali, Eni e qualche altro creditore che si presume sia stato avvantaggiato rispetto ad altri.
Suo compito è indagare su come è stato gestito il prestito ponte da 300 milioni e cercare di recuperare il più possibile dai debiti di Alitalia e dalla vendita dei beni (come ultima istanza) per pagare i creditori.
La giornalista Boursier ha fatto un piccolo intermezzo francese: in Francia i fallimenti sono gestiti da giudici del Tribunale del commercio. Spesso sono manager che aiutano altri manager di aziende in crisi. Qui, guarda caso, è poco frequente che un'azienda pubblica fallisca.
In Italia invece succede: e quando poi si arriva al commissariamento sale anche il sospetto che chi arriva abbia interesse a non inimicarsi la politica, che magari ha portato l'azienda alla crisi (come successo per Alitalia).
Il commissario è riuscito ad incassare 1,145 miliardi come debiti (di cui 400 ml soltanto per i creditori), e ha chiesto 3 miliardi di danni a 42 ex dirigenti, chiedendo per loro una “azione di responsabilità”.
Lascia intendere, Fantozzi, che sia stata questa relazione, sull'azione di responsabilità, che l'ha portato al siluramento: il governo di Berlusconi e Letta gli affianca tre nuovi commissari, e alla fine Fantozzi lascia il mandato (con un compenso da 6 milioni di euro).
Tra gli ex dirigenti a cui chiedere soldi c'erano Mingozzi, Cimoli, Bonomi, Ciucci, Prato .. Tutti usciti prendendo anche delle belle buonuscite che Fantozzi ha contestato.
I tre nuovi commissari hanno, l'anno successivo (estate 2012) presentato una loro relazione dove l'azione di responsabilità si abbassa a 3 ex dirigenti e il danno stimato passa da 3 miliardi a 82 milioni. Che qualcuno abbia portato a migliori consigli i commissari? Non lo sappiamo.
Molti dei creditori si sono rassegnati al fatto che non vedranno mai i soldi che gli devono. Eppure potrebbero essere pagati coi soldi che Cai ha riscosso per la vendita di due slot a Heathrow. I commissari, contattati telefonicamente dalla giornalista non sapevano dell'accordo di Colaninno: si tratta di 500 ml di euro con qui qualche credito si poteva sistemare.
La giornalista ha poi affrontato la questione delle revocatorie chieste da Fantozzi a Veneto Banca, Sea: Alitalia non si è presentata a giudizio o si è accontentata di incassare di meno.
Insomma, alla fine si sono spesi milioni di euro per commissari, advisor e consulenti, mentre per i creditori rimane ben poco?
Perché allora non si fa una azione di responsabilità contro Fantozzi, si chiedeva la giornalista.
Infine i dubbi della Corte dei conti: due giudici contabili contattati da Report hanno espresso i loro dubbi sul come sono stati gestiti 3 miliardi di euro da 17 ex dirigenti.
Ci sarà una inchiesta della Procura dei conti, ma quanto si recupererà è difficile dirlo.
MILENA GABANELLI IN STUDIOPerò deve esserci un limite anche alla presa in giro. Se tutto quello che ha fatto Fantozzi, con il benestare del ministero, è sbagliato, il ministero ne risponde e Fantozzi deve restituire i suoi 6 milioni di compenso, idem la sua sfilza di consulenti.Se così non è, perché si ricomincia da capo con altri 3 nuovi commissari? Che, tra parentesi, hanno introdotto questa nuova forma di comunicazione delle interviste via telefono, nominati dallo stesso governo, e a loro volta loro incaricano i loro consulenti, i loro avvocati che ovviamente devono essere pagati per primi. In che modo? togliendo a quelli che devono avere da 4 anni i 35.000 creditori. Inoltre, la nuova azione di responsabilità che riduce da 45, da 43, a 5, gli artefici del dissesto, che fine ha fatto? E’ ferma sul tavolo del ministero da luglio dello scorso anno. E se Passera o chi per lui non decide di sbloccarla fra 4 mesi si prescrive e chi è stato artefice,appunto, del dissesto, può dormire sonni tranquilli.. Noi possiamo sperare invece di recuperare qualcosa dal processo penale, dove i nuovi commissari si sono costituiti parte civile.

Anche l'azione di responsabilità che ora è sul tavolo di Passera (da mesi!!!), è a rischio prescrizione. Ma deve per forza finire così, in beffa, questa storia?
Cit: compagnia italiana turismo. Questa società gestisce pista da sci, villaggi e alberghi. Per un paese che dovrebbe vivere sul turismo, si tratta di un assett strategico (come l'energia).
Il grossi di Cit è stato acquistato dall'imprenditore Gandolfi (nel 1998), che nel 2006 finisce in amministrazione straordinaria. Non si poteva fare, ma c'erano di mezzo gli amici di B. . Il commissario nominato era il consigliere di Scajola.
La giornalista ricordava i 60 ml di euro che Gandolfi ha preso per fare villaggi e che non si sa dove sono finiti.
Il commissario Abrignani è stato al lavoro per 6 mesi e non è riuscito a portare a termine il suo progetto di rilancio.
GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPOIl buco è di oltre un miliardo e oggi Gandolfi e otto amministratori sono a processo: avrebbero svuotato il gruppo, pagando fatture false, per portare i ricavi in Svizzera,falsificando i bilanci per nascondere un dissesto già chiaro nel 2005 quando il caso Cit approda a Palazzo Chigi che nomina un Comitato di Garanzia; a rappresentare il Governo, l’avvocato di Letta, Stefano Coen, per la Cit il consigliere Arcangelo Taddeo,che a spese della Cit aveva fatto un ricco Capodanno a Saint Moritz.
Il nuovo commissario Nuzzo, nominato da Bersani, ha firmato un accordo con l'imprenditore Soglia per la cessione di alcuni hotel, con la garanzia del mantenimento del posto di lavoro per 2 anni.
Soglia non aveva i soldi: confesso di averci capito poco di tutto l'intreccio che Giovanna Boursier ha cercato di spiegare. Soglia, che aveva già i conti in rosso nel 2007) ha venduto gli hotel ad una fiduciaria che ha dietro due immobiliaristi trentini (gli unici che hanno messo i soldi).
MILENA GABANELLI IN STUDIOPiù la storia è complicata e meno spiegazioni normalmente si chiedono. Allora, la politica che cosa fa? dice al commissario trova qualcuno che mi risolva il problema dei dipendenti a cui vendi l’isola, gli alberghi i villaggi. Si presenta Areal Bank che dice “l’isola me la prendo io, su cui ho l’ipoteca e me la scalo, e trovo, e finanzio il gruppo Soglia che si prende invece gli alberghi e i villaggi”. E il commissario dice “affarefatto”. Solo che il gruppo Soglia deve restituire quel finanziamento alla banca entro 6 mesi in blocco, e i soldi non ce li ha, e allora, con una mano compra e con l’altra vende a due immobiliaristi trentini i villaggi e gli alberghi, dai cui li riaffitta per gestirli.Ma non ha i soldi neanche per pagare l’affitto. Ed è finita che villaggi e alberghi sono nelle mani dei due immobiliaristi trentini che li tengono dentro a una fiduciaria e li fanno gestire agli stagionali, mentre i dipendenti sono in carico al gruppo Soglia che in 2 e 2 4 fallisce. Tutto questo sotto al naso del commissario che naturalmente non fa tutto da solo, ma si avvale di consulenti e advisor, eccetera.

Morale della favola: i villaggi sono ora gestiti dagli stagionali, che costano meno dei dipendenti assunti dalla Cit. Questi dipendenti sono stati messi in cassa integrazione.
Nuzzo, il commissario, scarica le colpe sui propri consulenti: all'epoca dei fatti non poteva sapere che l'imprenditore scelto aveva dei problemi. Tutti fanno causa a tutti ..
GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPOComunque, è finita che Nuzzo fa causa a Soglia, che non ha mantenuto gli impegni.Soglia fa causa agli immobiliaristi trentini, che non gli han riaffittato gli immobili e a Nuzzo che gli avrebbe rifilato troppi dipendenti; i dipendenti chiedono i danni al Commissario del Gruppo Soglia; i trentini chiedono a Soglia l’affitto arretrato e Taddeochiede al Ministero la revoca di Nuzzo per aver svenduto Cit. Proprio lui che aveva sperperato con la carta aziendale...

Concludeva Milena Gabanelli:
i tempi son lunghi anche perché si passa da un contenzioso all’altro, ma anche da un paradosso all’altro. Il signor Taddeo, che da consigliere Cit avrebbe sperperato, c’è però il processo penale e si vedrà, ma ha lavorato anche per il GruppoSoglia che non lo ha pagato e adesso batte cassa. Il commissario ha incassato 130 milioni e di debiti ne ha per 800, la lista dei creditori è lunga e alla fine, chi doveva avere 100 forse riuscirà ad avere 1. Ci vorrebbe il napalm per far fuori i meccanismiche hanno prodotto una classe manageriale che sta dappertutto, non sa gestire, e viene usata per salvare le imprese.
Tirrenia.
Per 26 anni è stata gestita, male, da un gentiluomo di Wojtila, che ha lasciato un debito da 600 milioni.
Commissario è ora D'Andrea, ex amministratore di una società fallita, nel comitato di sorveglianza siede Brancadoro, uno dei commissari di Alitalia (il mondo è piccolo).
Grazie anche ai 500 milioni di contributi statali, si è trovata una cordata (all'inizio l'offerta era da parte di un solo imprenditore ..) per la privatizzazione di Tirrenia.
Dentro questa cordata, Cin, c'è anche il Fondo Clessidra.
In Europa però non hanno gradito quei 500 ml di contributi (un aiuto di stato): senza quei soldi la nuova azienda potrebbe ridurre le tratte e i primi a pagarne le conseguenze potrebbero essere i fornitori.
Quale è il futuro di Tirrenia?
MILENA GABANELLI IN STUDIOAllora, abbiamo capito che se il progetto è quello della veduta lunga, quello di fare impresa e dare occupazione dove i debiti li ripaghi nel tempo, come vuol fare l’armatore, l’azienda vale più da viva, se invece è quello di creare valore, realizzarenel breve come normalmente fa un fondo, vale più da morta. Il commissario l’ha venduta a un fondo e a un armatore. Mettici l’incognita dei contributi statali ed è come tenere insieme la marmellata con l’elastico. Uno Stato serio cosa dovrebbe fare? “Lacompagnia di navigazione è strategica, devo garantire il collegamento con le isole, in più l’Italia è circondata dal mare, c’è tutto il turismo, investo dei soldi in un progettoche mi garantisce un futuro. Obama ha finanziato la Chrysler, ci ha creduto e ha rischiato in proprio, ha chiesto garanzie all’imprenditore, e alla fine Marchionne gli ha restituito i soldi. Ma uno Stato non serio che cosa fa invece? Ristruttura facendolo pagare direttamente ai creditori con un costo sociale alla fine altissimo. Oggi le aziende in mano ai commissari, ce ne saranno anche di bravi, sono 110... C’è da dire che da qualche mese c’è la possibilità per l’imprenditore privato di sfuggire all’amministrazione straordinaria, è una norma che si rivolge soprattutto agli imprenditori onesti e capaci, che possono rivolgersi direttamente al tribunale e dire “sono in momento di difficoltà, dammi un po’ di tempo per pagare i debiti, questo è il mio piano di ristrutturazione, ci penso io”, senza finire nelle mani di un commissario.

Il link alla puntata e il pdf
Il caso IDI
Dopo i commissari, il caso Idi- San Carlo di Nancy. Dell'IDI se ne era occupata una inchiesta di Report del 22 aprile 2012. Le persone citate dall'inchiesta sono ora state arrestate. Come padre De Caminada, accusato di aver sottratto 14 ml dalle casse dell'ente.
Come per il caso Mps, Report aveva anticipato sia l'azione della magistratura che quella della politica, nazionale o regionale.
E poi uno si chiede come mai c'è tanta sfiducia nei partiti.
Qui il pdf dell'inchiesta.

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