Lunedì 17 marzo ho avuto modo di assistere a un interessante evento culturale presso la sede C.A.I. di San Pietro di Legnago (VR): l’appassionante racconto, mediante materiale foto e video, di un lungo viaggio affrontato da un gruppo di escursionisti (per la maggior parte veronesi) ai confini tra Nepal e Tibet.
Già dediti negli anni a viaggi inerenti alpinismo, scalate e quant’altro, hanno voluto tornare (ma per alcuni era una prima volta assoluta) in luoghi lontani, affascinanti, in un certo senso mistici: quelli vicini alla vetta del Manaslu, ben oltre gli 8000 metri di altitudine. Non essendo un esperto dei posti in questione, per spiegarvi meglio di cosa si tratta, mi affido alle parole lasciatemi da uno dei protagonisti, l’avvocato (ma soprattutto amico) Marco Antolini, che con questa scheda di presentazione sul significato del viaggio ha saputo racchiudere le istanze di un percorso, ottimamente poi sviscerate dal capo della spedizione.
“Da molti definito il più bel trekking del Nepal, una fama recente dato che sino a pochi anni fa questa regione era proibita agli occidentali. Il percorso è lo stesso seguito dagli alpinisti sin dai primi tentativi di salita del Manaslu, uno degli ottomila della terra di più fascino. La suggestione di questo percorso sta nella varietà di culture che si incontrano, un mosaico di genti che l’isolamento ha preservato da influenze occidentali. A Larkya, ai confini con il Tibet, la gente ha più dimestichezza con i mercati cinesi che con Kathmandu e ancor oggi carovane di yak attraversano gli alti passi del Tibet per commerciare. L’incredibile varietà culturale della regione che affascinò l’esploratore Gansser negli anni ’50, è tuttora intatta e il fatto che l’area sia tuttora restricted, cioè limitata ad un numero ben preciso di escursionisti per anno accompagnati da un ufficiale di collegamento, ne preserva l’integrità. L’itinerario, data la sua lunghezza, è per buoni camminatori, con capacità alpinistiche che possono essere d’aiuto nell’attraversamento del passo di Larkya. Non vi sono lungo il percorso strutture turistiche, lodge o altro, che facilitino il viaggio; ogni cosa deve essere trasportata con portatori. Un trekking all’antica, dunque, per chi vuol vedere o rivedere il Nepal di un tempo”.
Volevo ringraziare a nome di tutti gli amici organizzatori dell’evento le numerose persone accorse lunedì sera a san Pietro di Legnago per condividere l’esperienza stupenda degli scalatori alla scoperta del Nepal. Eravamo più di 100 in sala, tutti estasiati davanti a foto e video che hanno ritratto mondi affascinanti, lontanissimi, per molti versi ancora incontaminati, dal Nepal fino al Tibet! Ma la cosa più emozionante e’ stata vedere l’incontro tra vite e culture estremamente diverse ma vicine in quei momenti! E un “brava” di cuore all’amica Elena Tobaldo che, da ultima arrivata e pertanto meno esperta del gruppo, ha affrontato egregiamente la “prova” di un duro viaggio, raggiungendo ogni suo obiettivo prefissato!